Sogni come montagne da scalare, sogni fatti naufragare

Ci siamo ritrovati anche questa sera (alcuni mesi fa, NdR) per esaminare la planivolumetria del “Villaggio solidale degli Arzeroni” e dei problemi connessi, per farlo accettare dal Comune e dalla Regione. E’ più di un anno che ne parliamo, ne discutiamo, riempiamo carte su carte, esaminiamo soluzioni possibili ed alternative; nonostante tutto questo non siamo ancora molto lontani dai sogni. Quant’è difficile fare il bene del prossimo!

Ad ogni pié sospinto incontri una norma, un egoista preoccupato di difendere un suo presunto diritto, un burocrate che pretende che non manchi una virgola e deciso a difendere l’importanza del suo ruolo sociale, un avversario che, per partito preso o per dei princìpi misteriosi ed inconcepibili, ti vede come un nemico da cui difendersi o un soggetto che teme possa mettere in ombra la sua parte politica, o semplicemente un concittadino che gli risulti antipatico.

Tutti questi motivi, che io sono convinto siano delle assurdità di fronte al bene dei fratelli in difficoltà, diventano invece montagne da scalare, forse più impegnative del Cervino o dell’Everest per una guida alpina.

Lo staff di tecnici scelto dalla Fondazione per realizzare il progetto è, questa volta, tutto rosa: tre architette giovani, agguerrite con le norme, sciolte nel linguaggio ed accattivanti nell’illustrare il progetto.

La brochure offertaci, che riassume la loro ricerca preliminare, l’ipotesi su cui discutere, sembrava un regalo porto con un sorriso che incorniciava di eleganza e di buon garbo il contenuto, ancora avvolto nel mistero per tutti noi.

Mentre ho assistito con curiosità e vera letizia a questo incontro, in cui il dialogo tra committenti e progettiste era facilitato dalla natura, che rende sempre più facile e vivace il dialogo tra uomini e donne, qualsiasi sia l’argomento trattato, sognavo ad occhi aperti “Il villaggio solidale degli Arzeroni”, che non solo darebbe risposta a tanti disagi e a tante attese, ma rappresenterebbe finalmente un altro, seppur piccolo primato per la nostra città, che da un punto di vista urbanistico, culturale, artistico e sociale, ha così poco di cui gloriarsi.

Però questa gioia e questa speranza erano mitigate dal recente naufragio di un altro affascinante progetto che ci ha fatto sognare e trepidare per un paio di anni: “La cittadella della solidarietà”!

Le onde dell’avvicendarsi degli avvenimenti e delle persone ha già fatto scomparire ogni traccia, cosicché a tanti non interessa punto il recupero del relitto, perché ciò metterebbe in luce l’inerzia, l’imperizia e la poca fede di chi ha praticamente facilitato questo naufragio.

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