Il veliero

Spero che i miei amici mi perdonino, ma una volta ancora ritorno sul mio “mestiere attuale” che è quello soprattutto di celebrare il commiato per i miei concittadini e fratelli di fede che tornano al Padre. Tra tante difficoltà che incontro in questa mia mansione c’è quella di dire un qualcosa che possa essere capito, condiviso e che soprattutto possa far bene, ma anche quella di variare il discorso, non solamente perché ogni situazione è unica ed a se stante, ma anche perché c’è qualche fedele che è sempre presente e quindi mi fa arrossire il ripetermi nel sermone. Sono quindi sempre alla ricerca di immagini e di pensieri che, pur riferendosi alla sostanza del messaggio, facciano si che non sia troppo ripetitivo.

Qualche settimana fa mi sono ricordato di un pensiero sentito direttamente dal nostro vecchio Patriarca, il cardinale Roncalli a proposito della nostra partenza da questo mondo. Il Patriarca ha usato una immagine che gli veniva dal suo vivere a Venezia, città d’acqua. Immaginava la vita come un veliero attraccato alla riva con corde di ancoraggio e proseguiva dicendo che il Signore slaccia pian piano e progressivamente le corde che legano il veliero al molo, poi toglie l’ultima gomena e il veliero, finalmente libero, al soffio del vento veleggia verso l’alto mare sperdendosi all’orizzonte allo sguardo della gente amica che rimane a riva, pure essa in attesa di imbarcarsi su un altro veliero.

Qualche settimana fa, non so per quale associazione di idee, mentre ero in attesa del tecnico negli uffici della Amplifon, mi venne in mente questa immagine, pensando all’ausilio dell’udito che lui stava per applicarmi alle orecchie.

Prima mi si è attenuata la vista ed ho dovuto ricorreggere gli occhiali, poi l’odontoiatra ha dovuto provvedere ad una protesi dentaria, poi il cardiologo ha sorretto l’insufficienza cardiaca col Cordarone, il nefrologo ha provveduto alla precarietà dell’unico rene rimastomi con l’Asis, e quindi il cardiologo, diluendo il sangue con la Cardiospirina, senza contare i numerosi interventi per neutralizzare altri attacchi quanto mai consistenti.

Ho finito per concludere: “mi manca solamente il colpo di scure all’ultima gomena perché il vento gonfi le vele ed io parta per il mare infinito. Quindi ho concluso che devo affrettare la preparazione a questo evento, che ormai non posso più pensare lontano nel tempo.

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