Il posto dove possiamo incontrare Dio

Mentre prendo la penna in mano per dar vita alle mie esperienze di vecchio prete innamorato della sua città, della sua Chiesa e soprattutto della vita, ho ancora tutto l’animo colmo del mistero pasquale.

Quest’anno, leggendo le varie versioni degli incontri col Risorto raccontati dai diversi evangelisti, dopo un “antico disagio” che continuo a provare di fronte ad un “Mistero” che rimane mistero, cerco di cogliere quelle “porzioni” di verità che mi aiutano a collocarmi positivamente nei riguardi della Rivelazione.

Ora, ad esempio, mi sono riconfermato nell’idea che la fede nella Resurrezione non nasce da una scoperta individuale, ma è il frutto degli apporti di tanti contributi da parte dei singoli discepoli di Gesù e che anche oggi soltanto confrontandoci e mettendo assieme le esperienze spirituali di ciascuno, la comunità può cogliere il manifestarsi di Dio sul nostro cammino.

Quest’anno ho “scoperto” pure che il Risorto si manifesta sempre in momenti e in luoghi profani, ossia nello scorrere del quotidiano, nel tessuto della normalità. Non avevo mai precedentemente osservato che Gesù si fa incontrare da Maria di Magdala in cimitero, dai discepoli di Emmaus per strada, dagli apostoli, prima nella sala delle loro riunioni e quindi nel lago durante la pesca o durante la merenda in spiaggia. Il Risorto si manifesta nella vita ordinaria piuttosto che nei luoghi e nei tempi dedicati in maniera specifica a Dio, quasi a dirci che il Signore non si lascia imprigionare nella cattedrale, nel rito e nell’esperienza pregressa.

Terzo elemento su cui ha riflettuto il mio spirito durante questo tempo pasquale è che il Cristo risorto è ben lontano e diverso dall’iconografia religiosa, pur elaborato dai sommi maestri, perché il Gesù indossa, dopo la morte, “vesti” concrete e sempre esigenti la fede: penso a Cristo scambiato con l’ortolano o col viandante, o con uno sconosciuto che parla dal bagnasciuga del lago. Mi viene da pensare quasi che piuttosto di un’immagine sfolgorante di luce, Egli preferisca presentarsi nei panni di persone oneste e disponibili al dialogo e alla solidarietà.

Queste riflessioni di un vecchio prete non pretendono affatto di offrire pagine nuove di teologia, ma soltanto la sensazione che l’incontro con Dio avvenga attraverso la cronaca quotidiana piuttosto che da un certo misticismo o da uno studio che non è alla portata di tutti.

La mia Pasqua mi ha offerto quindi risposte che mi appagano e mi convincono dell’amabilità del mio Dio che ama manifestarsi nel modo in cui io riesco a riconoscerlo.

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