Nella prima metà del mese di aprile il tempo è stato piuttosto imbronciato, il cielo è stato cupo, alcuni giorni sembrò che l’inverno si prendesse perfino una rivincita tanto la temperatura s’era abbassata. Un vento sferzante e freddo dal nord ci ha costretto a riaccendere il riscaldamento, poi talvolta qualche piovasco irruento e talaltra una pioggia uggiosa e continua ha creato un’atmosfera triste e malinconica.
Oggi però il sole s’è presa la rivincita e la primavera è apparsa in tutta la sua bellezza, non c’è un ramo che non abbia foglie di un verde leggero e non c’è zolla di prato che non sia fiorita. La primavera trionfa e mette serenità e letizia nel cuore.
Nel mio animo c’era stato quasi un momento di stizza perché avrei desiderato che la Pasqua avesse avuto questa cornice luminosa e trionfale e che per la Resurrezione di Cristo anche la natura e il tempo si fossero vestiti a festa ed avessero offerto una degna ed adeguata atmosfera al mistero del Risorto, evento che è tutto pregno di speranza, di bene e di gioia per la vita che sconfigge la morte.
Qualche giorno fa mi è capitato di leggere una pagina degli Atti degli Apostoli che descrive la comunità dei cristiani della Chiesa agli albori dell’era cristiana. Il racconto che descrive la vita dei discepoli di Gesù sembra “l’inno alla gioia” di Beethoven, tanto si avverte una profonda comunione fra i membri della Chiesa nascente che cresce beata e serena e nello stesso tempo, a livello economico, c’è notizia di totale condivisione dei beni.
Questa lettura mi dava veramente l’impressione di una Chiesa primaverile che bella e felice cammina verso il domani. Una volta ancora mi sono sentito riconfermato in quella convinzione che accompagna ormai il mio spirito: che solamente la solidarietà, sia a livello dello spirito che a quello economico, esprime al meglio le comunità che si rifanno al messaggio evangelico.
Credo che anche nel nostro tempo i cristiani debbano puntare a costruire comunità ricche di entusiasmo, di altruismo, convinte di avere il Signore dalla loro parte e perciò, anche se vivono in un mondo grigio e senza fede, possono essere il faro che indica la rotta su cui puntare, per i fratelli che navigano nella nebbia di una vita insignificante.