Nota: come gli altri anche questa riflessione risale a varie settimane fa e il volume citato è già disponibile nelle chiese del cimitero di Mestre.
Di fronte al “don Vecchi 1, 2, 3, 4” i miei concittadini mi chiedono come sono riuscito a trovare tanti miliardi per costruire strutture così belle e signorili, tanto che qualcuno pensa che siano alberghi di lusso. Molte volte qualche visitatore mi ha detto: «Sono venuto per vedere una casa di riposo, ma questo è un albergo a quattro stelle!» In queste affermazioni c’è anche della galanteria, ma di certo anche molta verità. I Centri don Vecchi sono ben altra cosa dalle case di riposo, perché essi sono nati da ideali, da gente che riesce a sognare ancora!
Nel passato ho anche pubblicato “la ricetta” per ottenere dai concittadini aiuti così consistenti, ma sento il bisogno di riaffermare che l’aver incontrato e poter contare su una schiera veramente grande di volontari, è stata la mia fortuna e la mia vera ricchezza.
Da tempo discutiamo con gli amici sulla pubblicazione del “Diario 2011”. Io ero perplesso, tanto perplesso perché, pur avendo trovato nel signor Ruberti un tipografo ultraonesto, la pubblicazione di 500 copie di un volume di 350 pagine è veramente costosa. Nello stesso tempo pubblicare in proprio, con i mezzi efficienti dei quali disponiamo, ma sempre macchine artigianali, è un’avventura pressoché impossibile.
Come sempre mi avviene, rimandai la decisione in attesa di non so che! Grande fu la mia sorpresa quando, un paio di settimane fa, entrando nella “tipografia” del “don Vecchi” mi accorsi che le due stampanti andavano a tutto vapore e che in un angolo c’era una pila di fogli già stampati.
L’impresa non è finita! Bisogna tagliare i fogli A3 in A4, impaginare, incollare i fogli, preparare la copertina a colori, rifilare i 500 volumi. Un lavoraccio da non dire!
Eppure fra un altro paio di settimane sono certo che mi suoneranno il campanello per presentarmi “la primizia” del volume “Verso il giorno nuovo”, il diario di un vecchio parroco 2011.
La nostra “tipografia” sforna sessantamila pagine stampate de “L’incontro” ogni settimana, oltre a quelle de “Il sole sul nuovo giorno” e dei fogli per la liturgia festiva. La tipografia del “don Vecchi” conta su una splendida squadra di giornalisti, redattori, tipografi, rilegatori, da far invidia ad un’azienda cittadina. Tutta questa cara gente lavora e non percepisce un soldo, anzi ci rimette tempo a non finire e, molto spesso, anzi quasi sempre, paga di tasca propria. Mi piacerebbe che i concittadini vedessero queste maestranze al lavoro: cordialità, impegno, scrupolo, cameratismo e quanto ci può essere di più affascinante tra lavoratori senza stipendio e senza sindacati.
Mentre vedevo il signor Novello e il signor Giusto che, sornioni, scrutavano la mia reazione per la sorpresa, in un lampo mi è parso di vedere la schiera infinita di volontari ai “Magazzini San Martino e San Giuseppe, al Banco alimentare, al Seniorrestaurant, quelli impegnati per il giardinaggio e per la diffusione del periodico, quelli che già lavorano per i presepi del prossimo Natale, i responsabili dei Centri don Vecchi, gli addetti al chiosco di frutta e verdura, i collaboratori per la liturgia, il coro, il servizio di cortesia. Veramente conto su tanta e gran bella gente che “manda avanti la baracca” per amore di Dio e del prossimo! Tanto che quando qualcuno mi fa complimenti, mi sento in gran disagio e “giro” immediatamente a questi volontari l’ammirazione e la riconoscenza della città.