Il venerdì santo, in mattinata, mi sono recato al “don Vecchi” di Campalto per dare il benvenuto al sacerdote che la diocesi ha donato a quella piccola comunità cristiana ormai formata da sessantaquattro mini-famiglie.
Sono stato particolarmente felice perché il Centro era “vestito a festa” in occasione della Pasqua: il prato appena rasato appariva come un soffice tappeto verde, vasi di fiori rossi ingentilivano il vialetto che porta all’entrata, e dentro aria di festa, un viavai di residenti sereni e orgogliosi del loro piccolo borgo signorile ed ordinato.
M’è parso che l’atmosfera fosse veramente lieta e ci fosse una grande disponibilità per far crescere una vera comunità.
Ho incontrato il “collega” col quale ho condiviso molti anni di vita in seminario, ma che poi, diventati preti, ho perso di vista perché siamo vissuti ai lati opposti della diocesi. La mia vita ha ruotato per cinquant’anni attorno a Mestre, mentre lui ha esercitato il suo ministero in piccole comunità dell’interland di Caorle.
L’incontro è stato quanto mai cordiale, perché abbiamo scoperto di avere tante esperienze diverse da raccontarci: in verità lui ha un paio di anni meno di me, mentre per quanto riguarda acciacchi e pastiglie da prendere, forse mi supera di misura. Don Valentino – così si chiama il nuovo “parroco” del “don Vecchi”, ha fatto il suo “ingresso ufficiale” al mattino di giovedì santo e lo stesso pomeriggio, ha celebrato il primo “pontificale” particolarmente affollato, durante il quale ha tenuto l’omelia sull'”ultima cena”. Con don Valentino, pastore sereno e pacato, abbiamo concordato un mini piano pastorale: celebrerà l’Eucaristia ogni giorno, visiterà “le famiglie” e tenterà di diventare punto di riferimento per la vita spirituale.
Avrei voluto avere la capacità di dargli il benvenuto, come fece il cardinal Cè nei riguardi del nuovo Patriarca, benvenuto tanto paterno e ricco di calore che ha commosso l’intera Chiesa veneziana, però tutto ciò è rimasto solamente un pio desiderio.
Il nuovo vecchio sacerdote è stato veramente un dono del Cielo, che mai avrei immaginato potesse giungerci. Don Valentino potrà disporre fin da subito dell’accolito Lino, del teologo Enrico e di volontari che collaborino con lui per far si che i momenti di preghiera diventino il cuore della vita di questa nuova piccola “parrocchia” di anziani. Spero che con la benedizione del Signore la nuova comunità “cresca in età lentamente, mentre in grazia velocemente, davanti a Dio e agli uomini”.