Un paio di settimane fa una mamma, veramente angosciata, mi ha riferito della situazione aberrante in cui suo figlio è venuto a trovarsi essendosi iscritto ad un istituto superiore del nostro Comune.
Il ragazzo, che io ho conosciuto in parrocchia da bambino, è un bravo ragazzo abbastanza timido, mite e buono. Ha scelto l’indirizzo scolastico che maggiormente gli si confaceva in rapporto alle sue risorse, però s’è venuto a trovare in un’autentica bolgia di scalmanati, giovani senza valori, violenti, razzisti, attaccabrighe, sguaiati ed indisciplinati all’ennesima potenza, che lo minacciavano avvertendo che era diverso da loro perché compìto ed educato.
La madre, che è una signora intelligente, una professionista affermata, s’è resa conto dell’estremo disagio in cui il ragazzo viveva, ha tentato di interpellare gli insegnanti e il preside relativo, trovandosi però davanti passività, impotenza ed ignavia, persone prive del senso di responsabilità. Quando poi a questa madre venne in mente di consultare internet, ove alcuni componenti gestivano un sito inerente alla classe, si trovò di fronte a una vera desolazione civile ed umana: volgarità di ogni genere, bestemmie, sesso, invettive contro gli insegnanti, deliri razzisti e rivoluzionari.
Credo che fenomeni del genere siano assai diffusi nelle scuole statali. Sono anni che i mass-media informano su fenomeni di bullismo violenti e volgari. Stiamo raccogliendo i frutti della contestazione che ha prodotto una generazione di insegnanti senza principi.
I cattivi maestri della politica e le campagne radicali per promuovere la tolleranza della droga, il permissivismo sessuale che introduce perfino nella scuola i preservativi e le rubriche squallide della televisione, hanno fatto il resto.
Questa sarebbe la scuola che dovrebbe non solamente fornire nozioni scientifiche necessarie per la vita, ma anche educare i giovani ad avere comportamenti almeno rispettosi della costituzione, la scuola che molti partiti difendono e propongono per la formazione delle nuove generazioni di cittadini?
Nella immoralità e nel disordine non s’è mai costruito nulla di positivo. Quello però che mi turba più di tutto è il fatto che siano scomparsi gli educatori, i responsabili, ossia coloro che un tempo si chiamavano i capi, che han la funzione di guidare ed educare ad una sana disciplina, ad un senso civico e ad una condotta morale che sono i supporti di ogni professionalità seria e costruttrice. Oggi pare che quasi più nessuno abbia il coraggio e si assuma la responsabilità di fare il capo, di far osservare ad ogni costo le regole che sono l’elemento fondamentale per una vita degna e civile. Oggi passi davanti a una scuola e già le mura, imbrattate da disegni stupidi e deturpanti, ti danno la misura di ciò che c’è dentro a quella scuola.
Per mezzo secolo ho gestito patronati, case per le vacanze di ragazzi e giovani, ma mai qualcuno s’è permesso di imbrattare i muri o essere volgare, semplicemente perché mai e poi mai glielo avrei permesso!
Quando ero in parrocchia mi accusavano di pretendere fin troppo il buon gusto, l’ordine e la disciplina. Fin quando genitori, insegnanti – mettiamoci dentro anche parroci e vescovi – prefetti, sindacati e magistrati, capi della polizia non prenderanno coscienza del loro ruolo di capi e non faranno rispettare le regole, non avremo mai una nazione seria, laboriosa ed una convivenza civile serena.