Spero che la descrizione che i giornali fanno della nostra società non corrisponda al vero, ma che per motivi di interesse economico forniscano di essa le notizie peggiori così da darne una visione distorta e pessimistica.
Di certo, quando al mattino do una sfogliata al quotidiano della nostra città, rimango sgomento, inebetito, frastornato e non riesco a trovare appigli per accettare i comportamenti e le scelte non solo delle classi dirigenti, ma anche dei comuni mortali.
Stamattina ho letto titoli veramente desolanti e sconvolgenti. Mi soffermo però su uno dei più “confortanti” che ci riguarda più da vicino e che apparentemente è presentato come qualcosa di positivo che vuole bonificare la politica locale.
Il Gazzettino informava che in Regione s’è stabilito che assessori, consiglieri e funzionari, quando vanno in missione per i motivi più diversi, avranno solamente 50 euro come rimborso per il pranzo o la cena che, per motivi di servizio, devono fare al ristorante.
Non so quanto potessero addebitare all’amministrazione prima di questa “radicale riforma”, comunque mi fermo su questo argomento per una riflessione. Al “don Vecchi” chi lo desidera, può pranzare al “senior restaurant” al costo di 5 euro (cinque). Il pranzo comporta un primo più che abbondante, un secondo con contorno (purè per chi lo vuole, insalata, carote e pomodoro), il pane naturalmente, un frutto oppure lo yogurt o il dolce. Questo pranzo non solamente risponde alle esigenze di una nutrizione necessaria, ma moltissimi anziani si portano dietro dei contenitori per avere di che cenare alla sera.
Devo aggiungere che però non sono moltissimi i residenti che possono permettersi questo lusso del ristorante, perché quella settantina di inquilini che hanno una pensione di cinquecento euro al mese, di certo non possono permettersi di spenderne 150 solamente per il pranzo.
Qualche giorno fa poi ho letto che l’ex amministratore dell’ex partito della Margherita, metteva in conto 180 euro solamente per una pastasciutta! Questa è la nostra società!
Quando mi chiedono se sono di destra o di sinistra, non rispondo, o meglio rispondo: «Sono per chi vuol cambiare realmente, ma finora non ho assolutamente trovato chi lo voglia!». Finché un partito dà per scontato che un dipendente da un ente pubblico debba mangiare una quantità di cibo dieci volte più di un cittadino normale, non appoggerò di certo quel partito.