Il nostro Patriarca Francesco Moraglia

Nota della Redazione: come gli altri, anche questo articolo risale a diverse settimane fa, prima dell’arrivo di mons. Moraglia a Venezia

Dopo una lunga attesa è stato nominato il nuovo Patriarca. L’attesa ha spazientito e sorpreso più di un fedele della diocesi, me compreso, perché vorremmo la nostra Chiesa non solamente bella, coerente, evangelica, ma nel contempo anche al passo con i tempi, efficiente, viva e tempestiva. Comunque potrebbe esserci anche un aspetto positivo in questa riflessione per la scelta durata sette mesi; cioè speriamo che sia stata una ponderazione più scrupolosa del solito, date le particolari esigenze del Patriarcato, e che si sia finalmente trovato il vescovo giusto. Io voglio leggere l’evento da questo punto di vista, che mi sembra il più positivo.

Appena giunta la notizia, suor Teresa, dato che io sono inesperto del nuovo mondo di internet, m’ha portato tutta la documentazione sul nuovo Patriarca, una specie di curriculum un po’ sovrabbondante, come oggi si usa per chiedere un posto di lavoro.

Ho dato uno sguardo e m’è subito parso che il nuovo Patriarca venga da un mondo accademico, come il precedente cardinal Scola, che sia un grande esperto delle cose di Dio e sappia quasi tutto su quanto riguarda il Signore. Subito ho pensato che il cardinal Scola abbia chiesto al Papa un Patriarca che sapesse cullare e crescere la sua giovane creatura, il Marcianum, la quasi nuova università ecclesiastica di Venezia da lui fondata.

Non mi dispiace di certo che il nuovo Patriarca ne sappia di teologia, però i miei interessi sono assai diversi: piuttosto che i grandi misteri del Cielo, mi interessa l’uomo normale, quello della strada, e soprattutto l’uomo povero e fragile piuttosto che l’intellettuale.

Per fortuna sempre suor Teresa mi ha fornito un supplemento di documentazione che mi ha aperto il cuore alla speranza. In una delle foto ho visto il nuovo Patriarca con gli stivali infangati mentre dirigeva i suoi seminaristi che, per qualche tempo e per suo volere, hanno lasciato le aule della scuola per soccorrere gli abitanti delle Cinque Terre colpiti dall’alluvione.

Credo che ognuno abbia diritto di avere le sue preferenze e di scegliere le foto che gradisce di più da mettere sul suo tavolo di lavoro. Dove impagino “L’incontro” ci sarà il patriarca Moraglia in tonaca, ma pure con gli stivaloni infangati.

Credo che tutti vorremo bene al Vescovo che il Papa ci ha assegnato e che tutti ci metteremo a sua disposizione in ciò che ci interessa di più e che sappiamo far meglio. Per quanto mi riguarda mi darò da fare il meglio possibile perché il nuovo vescovo di Venezia appaia sempre con gli stivaloni e sia il Patriarca dei poveri.

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