La Fede autentica di molti “lontani”

Io conto parecchie amicizie anche tra quelle persone che il mondo cattolico definisce “i lontani”. Il termine “lontano”, secondo l’opinione ecclesiastica, si riferisce, in maniera sommaria ed impropria, alle persone che militano nella sinistra, a quelle che sono poco o nulla praticanti, ad altre ancora in posizioni formalmente irregolari per la Chiesa (vedi divorziati, conviventi, sposati civilmente), altre infine critiche nei riguardi di certe scelte delle gerarchie ecclesiastiche, o del comportamento morale, o di una mancanza di coerenza da parte di certi membri del clero.

Io, ripeto, conosco, ho rapporti positivi, voglio bene e stimo moltissime persone che fanno parte di questo mondo tanto eterogeneo ma che, non solo i clericali, ma anche molti “buoni cristiani” ritengono lontane da Dio e dalla Chiesa, guardandole con atteggiamento diffidente e critico.

Dovrei pure aggiungere che sento particolare attenzione per questa gente, che non solo mi è cara, ma capisco e sento vicina. Non credo di nutrire questi sentimenti e fare queste scelte per spirito da “bastian contrario” che vuole diversificarsi dalla sua categoria. Questa mia propensione verso i “lontani” credo nasca dal fatto che li sento umanamente ricchi perché le loro scelte sono controcorrente e perciò frutto di ricerca solitaria, spesso sofferta.

Gesù, a proposito di questo discorso, afferma: “Non chi dice `Signore Signore’ entrerà nel Regno, ma chi fa la volontà del Padre” e la volontà di Dio è che le sue creature siano come Egli le ha progettate: oneste, sane, vere e capaci di relazioni piene e costruttive nei riguardi dei fratelli.

Cristo poi, in un’altra occasione, dice che Dio, al figlio che con faciloneria assicura che lavorerà nella vigna e poi si limita al suo “si” formale e non dà seguito al suo impegno, preferisce l’altro fratello che ci pensa, ed apparentemente si nega, mentre poi risponde con i fatti all’invito di suo padre.

Sono convinto che la risposta, pur sofferta, data con i fatti, è di molto più vera di quella data con formule altisonanti ma che non coinvolgono la vita.  Dio ci informa inoltre “che i pubblicani e le prostitute precedono, nel Regno di Dio, gli osservanti formali e i pignoli dell’adempimento delle norme della tradizione”.
Per non parlare poi della parabole del fariseo e del pubblicano al tempio.

La fatica, lo sforzo di autenticità e lo spirito di sacrificio che spesso dimostrano i cosiddetti “lontani” nel perseguire obiettivi che nella sostanza sono “cristiani”, perché normalmente validi, mi rendono molto più cauto nel collocare le persone nella categoria dei “lontani”, piuttosto che in quella dei “vicini”.

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