Se c’è qualcuno che scopre per caso queste mie carte e gli capita di leggere qualche riga, mi scusi se si accorge che prima o poi ritorno sugli stessi argomenti.
Poco tempo fa ho scritto che mi ritrovo così solo a portare avanti certe “verità”, che ho paura che, una volta scomparso, non ci sia più alcuno che evidenzi certe ricchezze nascoste del Vangelo. Ho detto pure che certe scoperte di aspetti particolari del messaggio di Gesù, mi paiono così esaltanti e veri che mi sembra un peccato non offrire la ricchezza scoperta ai miei fratelli e concittadini.
Qualche giorno fa ho riletto nella liturgia feriale, l’episodio in cui è descritto Cristo che provoca “scribi e farisei”, cioè gli uomini della tradizione, della legge e forse del diritto canonico di quei tempi. «E’ lecito – disse Gesù guardando negli occhi gli osservanti pignoli delle patrie leggi (mentre leggevo mi pareva di vedere Di Pietro e tanti suoi seguaci in politica e in religione) – guarire nel giorno del Signore?». Poi, senza aspettare risposta, guarì il paralitico.
Essi non si convinsero affatto, ma immediatamente si misero a tramare per farlo fuori; per loro la tradizione, il codice, le regole, erano più importanti dell’uomo e del suo bene.
Riflettendo entusiasta sulla presa di posizione di Cristo, che fa una proposta così umana e così attenta alla sofferenza dell’uomo, fregandosene di certi feticci “legali e religiosi” inconsistenti e frutto della pochezza, della faziosità e forse, dell’interesse, mi si illuminò la mente con una luce improvvisa e forte che mi ha fatto capire “tu per tanti anni della tua vita hai pensato, come gli ebrei, che la religione deve curare esclusivamente `gli interessi di Dio’, mentre per Cristo essa deve essere tutta tesa a difendere, salvare, rendere felice l’uomo in senso assoluto!”.
Questa accezione del fatto religioso è quella che mi piace di più, mi convince, mi dà desiderio di offrirla anche agli uomini del mio tempo. Capisco che questa interpretazione del pensiero di Gesù “massacra” letteralmente coroncine, madonne con le lacrime, sforzi per consolare Gesù e tanti più esercizi. Credo però che essi si possano anche salvare a patto che tutte queste pie pratiche, devozioni, aspirazioni e preghiere, siano unicamente finalizzate alla “salvezza” e al bene dell’uomo.