Nota della redazione: ricoediamo che questi pensieri sono stati scritti prima della nomina del nuovo Patriarca.
Credo di essere il primo a rivolgere al Cielo una preghiera, perché ci doni presto un Patriarca adeguato ai bisogni e ai problemi della Chiesa veneziana. Fino al momento in cui butto giù queste note, il Signore non mi ha ascoltato per quanto riguarda il tempo e non sono ancora in grado di sapere se mi ascolterà o meno sul tipo di vescovo che crederà opportuno mandarci.
A prescindere dai miei gusti io firmo già in bianco l’accettazione e ripeto: “Sia fatta, o Signore, la tua volontà,” anche perché soltanto Tu sai qual è il vescovo più opportuno per Venezia”.
In questi ultimi tempi ho avvertito dagli articoli della stampa cittadina, un certo disagio ed una certa insofferenza. Pur con toni rispettosi, l’opinione pubblica pare poco favorevole a queste lungaggini burocratiche che sono poco comprensibili per il nostro mondo che corre tanto veloce.
Poi è arrivato don Gianni, che in maniera più provocatoria che diplomatica, ha lasciato una colonna in bianco in terza pagina di “Lettera aperta” per dare idealmente spazio ai fedeli ad esprimere il loro parere di certo non positivo. Mi pare che la trovata sia più di dissenso che di consenso.
Infine è arrivato l’editoriale dell’organo ufficiale del patriarcato “Gente veneta” in cui il direttore, don Sandro Vigani, mio nipote e giornalista di valore, ha invitato, con discorso pacato, ad accogliere benevolmente il Patriarca che Dio vorrà mandarci, le cui qualità non potranno soddisfare tutti, ma che comunque si dovranno accettare, soprattutto perché a noi poveri mortali non è concesso di conoscere il disegno di Dio, il quale sempre è il più saggio e il più rispondente alle nostre necessità.
Monsignor Pizziol, nostro concittadino, ora vescovo di Vicenza ed amministratore provvisorio della Chiesa di Venezia, più di una volta ci ha invitato alla preghiera, quindi alla pazienza ed infine ha azzardato la data di Pasqua per l’arrivo del nuovo Patriarca. Ma monsignor Pizziol sta ormai da quella parte che pare sappia dire solo “Va bene!”.