Per un “blitz” di persone che mi vogliono bene e han creduto di farmi piacere, è stato dato alle stampe il mio “Diario del 2010”. Questa cara gente non solamente si è sobbarcata l’enorme fatica di inserire al computer le 330 pagine di testo, correggere quanti più errori possibile, ma anche ha mitigato il titolo del volume, sostituendo quello che avevo ipotizzato “Il canto del cigno”, con quello più saggio “Le luci del tramonto”, dandomi così la possibilità di trovare seppur un piccolo spazio per il titolo del diario 2011.
Fra pochi giorni avrò 83 anni, segnati soprattutto negli ultimi venti da interventi chirurgici di non poco conto. Talvolta mi sorprendo di essere ancora vivo e più ancora mi provoca gioia e riconoscenza l’avere ancora la possibilità di impegnarmi per l’avvento del Regno e la grinta per portare avanti le mie idee circa la pastorale, la vita, la società e la Chiesa.
Sono sempre stato un solitario, pur costantemente partecipe agli eventi che riguardano la collettività e il cristianesimo in particolare. Ora mi sento ancora più solo perché la mia visione della vita mi pare così poco condivisa.
Scrivevo poco tempo fa nelle pagine di questo testo di “confidenze” e di “reazioni”, che torno spesso sugli stessi argomenti, non solamente perché sono vecchio, ma soprattutto avvertendo che mi resta ancora poco tempo, e perciò sono preoccupato di ribadire le “mie verità”, perché temo che non ci sia più alcuno ad offrire quegli apporti che nascono dal profondo della mia coscienza che, fondamentalmente, è rimasta libera dalle mode dell’opinione pubblica e dalle convenienze.
Confesso che ogni tanto mi capita di leggiucchiare qua e là qualche pagina del volume tanto lungo e tanto pesante del mio diario e finisco sempre per ringraziare tutti quei cari amici che hanno reso possibile questa bella avventura e il buon Dio che mi aiuta a contribuire in positivo – o forse anche in negativo – alla maturazione di una Chiesa più coerente ed una società più sana.