Io sono per natura, per convinzione e per scelta, un cristiano ed un prete “interventista”. Credo che i cristiani non debbano rassegnarsi sempre alla difesa, ma debbano spendersi “all’attacco”. Non debbano trincerarsi attorno al campanile, ma paracadutarsi ove c’è la mischia, ove si fa la storia e si costruisce l’opinione pubblica.
I cristiani non devono lasciarsi vincere dalla paura, temere gli avversari, ma devono buttarsi fuori dalla trincea, perché essi posseggono gli strumenti migliori, hanno delle motivazioni assolutamente più valide, degli obiettivi più rispondenti ai bisogni dell’uomo.
Mi fanno pena i “cristianelli da sagrestia”, come li ha definiti non so se il cardinale Ottavini o il cardinale Siri. Il tempo dei martiri non è finito, e se uno crede, deve essere disposto a pagare qualunque prezzo per le sue convinzioni.
Questo mio modo di pensare mi ha portato a provare un senso di soddisfazione riguardo le nette prese di posizione dei vescovi, della stampa cattolica e perfino dei preti in merito ad una questione marginale ma significativa, ossia il problema dell’ICI.
I soliti mangiapreti, anticlericali all’ennesima potenza, quali sono i radicali capofila, i massoni, liberali e politici dell’estrema sinistra hanno montato una indegna campagna di stampa, volendo far passare l’idea che la crisi economica è determinata dal fatto che la Chiesa non pagherebbe l’ICI.
M’è piaciuto l’intervento di Bagnasco col suo “Parliamone!”: se c’è qualcuno che sgarra, intervenite, ma non siate così stupidi e faziosi da “mettere in ginocchio” preti, frati, suore e parrocchie, che stanno dando una mano allo Stato impegnandosi fino allo spasimo per aiutare i poveri, educare i ragazzi, combattere i mali della società.
Bocca, il prestigioso giornalista di sinistra, morto poco tempo fa, con onestà intellettuale ed autentico anticonformismo, scrisse qualche anno fa: “Se gratti e vai a vedere che cosa ci sta dietro ad ogni opera benefica e solidale, al novantanove per cento trovi sempre un prete, un frate o una suora”.
Sono stato tanto felice di riscontrare in questa occasione un sussulto di orgoglio e di coraggio da parte dei cristiani d’Italia, i quali finalmente hanno reagito alla “carognata radicale” e al codazzo più reazionario e retrivo della nostra società. “Forza, cattolici!”.