Un mio collega, avendo letto una pagina in cui ho espresso un certo gaudio sociale perché il popolo italiano ha dato un calcio sul sedere all’estrema sinistra, massimalista e nostalgica di un progetto fallito sotto ogni punto di vista, ha pensato che io provassi almeno eguale gaudio per la vittoria di Berlusconi, verso cui egli esprime disprezzo e rifiuto.
Quando capitano queste cose io provo un enorme imbarazzo e veramente non so come uscirne.
Nell’arco politico esistente non ho ancora trovato chi a livello di indirizzo sociale, di coerenza personale, di saggezza e di sano realismo interpreti le mie posizioni ideali e perciò quando mi pare che qualcuno passi il limite del lecito, mi viene di tentare di dargli una sonora ”legnata”.
Con ciò non mi sento nè di destra nè di sinistra, nè di centro, nè con le fazioni che annacquano qualcuna di queste tendenze, che sia dalla parte dei poveri, degli oppressi, dei senza parola, mi pare scontato. Lo sono per nascita, per istinto, per coerenza religiosa, per scelta personale, infatti nella vita sono sempre con la minoranza della minoranza e le legnate ideali le ho sempre prese sia dall’una che dall’altra parte ieri ed anche oggi.
Speravo, ed in verità lo spero ancora, che la vita che ho fatto, gli obiettivi su cui mi sono impegnato, la decisione di condividere la fine degli ultimi della nostra città dovrebbe essere una garanzia. Certo avrei potuto far meglio, però anch’io ho dei limiti che non sono stato capace di superare perciò resto ammirato quando uno riesce a far meglio di me.