Col passare del tempo non faccio altro che scoprirmi sempre nuovi limiti e difetti. Ho citato più volte una considerazione che il nostro vecchio ed amato patriarca Roncalli fa nel suo “Giornale dell’anima”, l’equivalente del mio “diario”, ma molto più saggio, in occasione del suo sessantesimo compleanno: “Che bella età, la mia: visione pacata e serena della vita, equilibrio spirituale, capacità di accogliere tranquillamente ciò che avviene, pace interiore”. Non ricordo esattamente le parole del nostro Papa buono, ma questo è il senso della riflessione.
Se io dovessi fare un bilancio, alla mia età, bilancio che dovrebbe essere ancora più equilibrato e sapiente, perché posso fruire di ben più di altri vent’anni di vita, di certo non potrei tirare conclusioni simili a quelle del mio amato pastore. L’accento lo dovrei mettere sull’intransigenza, l’irritazione, l’impazienza verso una società, un mondo e una Chiesa lenti, passivi, sempre propensi al compromesso.
In queste ultime settimane, osservando la fatica del nostro povero nuovo Governo, che ha avuto la generosità di prendersi la pessima “gatta da pelare” lasciatagli da dei politici rissosi, inconcludenti e ciarlatani, mi verrebbe da suggerirgli, di fronte alle critiche contrapposte e ai commenti faziosi: “O così o niente; o si fa come dico io, altrimenti arrangiatevi!”. Io credo che farei così, molto probabilmente con il risultato di sfasciare tutto.
Il povero Monti invece, da volontario, tenta di riparare i guai fatti da gente che s’è pagata e continua a esserlo, e continua con toni bassi e pazienti ad ascoltare, a mediare, sopportando le critiche dei soliti sapientoni inconcludenti e l’irrisione dei buffoni di corte.
Qualche giorno fa ne ho sentito uno che, con una faccia tosta e tono sarcastico ed irridente, criticava il Presidente perché ha la solita moglie da quarant’anni. Quando poi senti i soliti politici, che sanno tutto, fargli le chiose sulle sue scelte di carattere finanziario, materia di cui è uno dei massimi competenti, mi verrebbe da dirgli: “Pianta tutto, lascia che si arrangino!”. Poi finisco per capire che l’aver pazienza è una dote ed una virtù necessaria, mentre io, pur vecchio e “religioso”, mi scopro a non averne per nulla.