Spesso ci sono dei piccoli segni che indicano lo spessore umano e spirituale di un uomo, di un popolo, ma soprattutto di una cultura. A questo proposito ho avuto modo di osservare che non c’è stato mai un discorso di spessore da parte di un presidente degli Stati Uniti d’America che contenesse un richiamo a Dio.
Da noi in Italia, purtroppo, pur essendo il nostro un popolo fondamentalmente di tradizione religiosa, forse più di altri popoli, ben raramente un capo di governo, o peggio ancora un Presidente della Repubblica, ha avuto ed ha il coraggio di interpretare il senso comune della sua gente rivolgendo un pensiero a Dio nei suoi discorsi ufficiali.
Questa forma di “rispetto umano” e di spirito antireligioso, nel passato era di certo determinato dal potere temporale dei papi, potere esercitato forse anche in maniera poco democratica e meno ancora rispettosa della libertà di coscienza dei cittadini da parte dello Stato pontificio e della sua politica.
Ora però, anche se non sono del tutto scomparse le intromissioni della gerarchia nella vita della nostra nazione, è meno comprensibile questo laicismo più o meno evidente nei comportamenti degli uomini della politica e soprattutto dei rappresentanti dello Stato.
Mi ha felicemente sorpreso che gli operatori dei mass media, nelle due domeniche successive alla nomina di Monti a capo del Governo, ci abbiano informato, senza sottolinearlo troppo, che tra i suoi vari impegni il nuovo presidente abbia trovato il tempo di andare a messa sia nella prima che nella seconda settimana della sua elezione. Tutto fa pensare che continuerà a farlo anche in seguito.
Questa notizia, seppur fuggevole e marginale al grave impegno che Monti si è assunto, che mi pare sia l’aspetto più vero del suo sentire cristiano, mi porta a pensare che egli sia una persona sana, un’espressione della parte più vera e più nobile del popolo italiano. Il fatto che il cittadino chiamato ad amministrare la cosa pubblica, vada a spasso con la moglie accanto, che parli con semplicità, che accetti di farsi carico di una situazione disastrosa e che poi vada anche a messa la domenica assieme alla moglie, mi fa proprio ben sperare. Questo fatto è ancor più positivo perché i politici della Seconda Repubblica ci hanno purtroppo abituati a vederli vestiti delle peggiori magagne e, dal capo del Governo in giù, con frequentazioni di bassa moralità. Chissà che sia finalmente la volta buona!