In quest’ultimo tempo ho avuto modo di leggere sulla stampa cittadina molti servizi sul giudice Livatino, il magistrato trucidato dalla mafia per la sua condotta integerrima coerente alla sua coscienza di cristiano e alla sua missione di amministratore della giustizia.
A vent’anni dalla tragica fine di questo servitore della società nel settore della giustizia e cristiano esemplare, gli organi di stampa hanno riacceso i riflettori sulla sua persona e sulla sua fine in occasione della scelta della Chiesa di iniziare il processo per la sua beatificazione.
La Chiesa ha un fiuto particolarmente attento nel presentare, come punto di riferimento per la società, quei discepoli di Cristo che possono diventare creature esemplari per quelle categorie della nostra società che annaspano nella nebbia e che sono in crisi per la perdita dei valori autentici la cui presenza dovrebbe essere di supporto alla nazione.
Io mi sento veramente triste e sconsolato leggendo, ogni giorno di più, la crescente critica ed accusa documentata agli uomini della politica. Nel mio animo il cittadino che si rende disponibile a lavorare ai massimi livelli per il bene comune, dovrebbe essere un modello ed un punto di riferimento esemplare per tutti i cittadini, mentre oggi, in realtà, questa categoria di operatori sociali, nel suo complesso, si sta dimostrando avida, parolaia, interessata, faziosa, inconcludente ed incline ad ogni compromesso: questo è uno scandalo, un sacrilegio esecrando!
Ma più ancora dei politici, i magistrati e tutti gli operatori della giustizia, dovrebbero essere le persone più integerrime, laboriose e sopra le parti, coloro che non solo amministrano con saggezza il codice civile e penale, ma che lo impersonano loro stessi.
Ora non capisco bene se per carenza di uomini e di mezzi, per un impianto giuridico pletorico, sorpassato ed inadeguato o per indolenza, spirito di parte, posizione di privilegio e sete di potere, sta di fatto che vi sono centinaia di migliaia, forse milioni, di cause inevase, processi infiniti, sentenze scandalose, poca serietà professionale, per cui avvengono fughe di notizie e, peggio ancora, di delinquenti emeriti, sperperi di denaro, partecipazione, fin troppo scoperta, a partiti politici.
Per questi motivi plaudo quanto mai la Chiesa che presenta figure emblematiche quali il giovane magistrato Livatino, o il politico De Gasperi, quali esponenti splendidi e gloriosi di quelle categorie di persone che oggigiorno arrischiano di squalificare in maniera irrimediabile corpi essenziali della comunità civile, quali sono la politica e la magistratura.