Molti anni fa, al tempo in cui mi occupavo di Radiocarpini, un po’ per vezzo, un po’ per “amor di Patria”, pensai che anche la radio parrocchiale dovesse avere, come ogni realtà che si rispetta, il suo marchio. Dapprima pensai di inventarmelo e poi, avvertendo che la cosa non era così facile quanto pensavo, decisi di rivolgermi ad un grafico.
Qualche tempo dopo questi mi presentò la sua opera: una specie di colomba, un po’ paffutella, che usciva da qualcosa che poteva sembrare una finestra (immagino che si sia ispirato alla colomba dell’arca di Noè, mandata a vedere se la terra fosse tornata all’asciutto dopo il diluvio universale). A me disse che significava la comunità cristiana che inviava un messaggio di pace e di bontà al mondo attuale. Come idea non era male, anche se il volto dell’idea non era altrettanto felice.
Comunque di questa esperienza ricordo un altro aspetto, meno gradevole. Quando il grafico mi portò il suo lavoro, me lo consegnò in una busta bianca molto grande; dentro c’era un foglio nero piegato, dentro il foglio un altro foglio di carta velina ed un altro ancora di carta bianca su cui c’era il disegnetto con la colomba. Dapprima rimasi stupito di questa dovizia di minialloggi, quando egli avrebbe potuto consegnarmi il foglietto brevi manu, senza tante cornici. Poi, quando io gli chiesi il costo ed egli mi rispose “quattrocentomila lire”, allora capii il perché di tanta ampollosità della custodia del progettino. Ho imparato la lezione. Però confesso che non posso e non la voglio accettare, perché mi sa di ipocrisia e di raggiro.
Questo discorso vale per tanti professionisti e per i notai, in specie, per il mondo del commercio, dell’industria, della ristorazione: tanto spreco per la forma, per nascondere l’inconsistenza e la povertà della sostanza!
Il nostro mondo mi pare che sia impostato su questi riti esteriori che nascondono il nulla o l’effimero. Quanto non preferisco la stretta di mano o il “si” o il “no” del Vangelo. E’ tempo che svestiamo il re e lo mettiamo a nudo per riportare i rapporti umani all’onestà e alla essenzialità!