La “liberazione” della Libia da un dittatore stravagante e feroce avrebbe dovuto suscitare sentimenti di esultanza e profonda soddisfazione in uno come me che crede perdutamente nella libertà e nella dignità della persona. E invece no!
Le vicende della Libia hanno lasciato nel mio spirito un sentimento di tristezza, una sensazione di sporco per un qualcosa che è cominciato certamente male e che sono preoccupato che finisca peggio.
L’iniziativa a sorpresa della Francia, la quale improvvisamente sembra che non potesse più vivere per l’incubo della dittatura di Gheddafi, mentre non sembra per nulla preoccupata e non abbia iniziative di sorta per quella cinese.
L’accordarsi veloce di molti Stati europei – e particolarmente dell’Italia – preoccupati di essere esclusi dalla caccia al petrolio.
L’impegno bellico degli Stati d’Europa a smantellare con i loro raid aerei l’apparato bellico della Libia, intervento senza il quale mai e poi mai i ribelli di Bengasi avrebbero avuto la meglio, intervento che ha letteralmente devastato le città di quella povera gente dell’Africa settentrionale che già aveva sofferto per i quarant’anni di “regno” di un satrapo della peggior specie.
“L’esercito di liberazione” poi, più simile ad una “armata Brancaleone”, disordinato, senza la minima norma, che spara in maniera dissennata senza risparmio e senza perché, m’è sembrato una banda di gente vogliosa solo di menar le mani. E ancora il linciaggio e la barbara esecuzione del colonnello, fatta da un ragazzotto, mi ha riempito l’animo di orrore.
La prospettiva di scontri tribali che certamente non favoriranno la nascita di un’autentica democrazia, un governo provvisorio che pare più attento agli ordini dei finanziatori della ribellione che ai grandi valori della libertà. E infine il primo atto ufficiale della nuova leadership che sceglie la Sharia, concezione e cultura politico-religiosa più vicina al medioevo che al terzo millennio, mi rende assai perplesso, mi crea dubbi e preoccupazioni amare.
Quando penso alla povera gente che è passata con disinvoltura dall’osannare con fanatismo il dittatore, alla baldanza per la vittoria finanziata da Sarkozy, mentre il Paese è sfasciato e con prospettive affatto lusinghiere, non riesco proprio a brindare per la riconquistata libertà e democrazia della Libia.