Che squallida quella visione dell’amore!

Su Rai uno, dalle 14,30 alle 15, viene trasmessa una rubrica dal titolo “Ultimo giudizio”. La trasmissione è condotta da una “giornalista-attrice” quanto mai brillante, ma dai criteri che si rifanno al pensiero corrente, umanamente abbastanza accettabile, non però sempre in linea con i valori cristiani. La trasmissione si rifà ad un tipo di tribunale “sui generis” in cui compaiono ogni giorno due protagonisti che si appellano al giudizio di un giudice togato e a quello di una giuria popolare, assistiti, ognuno, da un avvocato brillante che perora la causa dei relativi assistiti. La giuria è presieduta da qualche personaggio celebre nel mondo della televisione.

Ogni giorno viene praticamente discussa la richiesta di separazione a motivo delle infinite patologie famigliari e coniugali. Non ho capito quanto ci sia di finzione scenica e quanto di reale in tutti questi “processi”. I motivi di contrasto però sono sempre verosimili e rispecchiano gli infiniti malanni di cui soffre la nostra società.

La trasmissione corrisponde esattamente al momento della mia siesta pomeridiana, per cui, rubando un po’ di tempo al riposino ed un po’ all’inizio del mio lavoro pomeridiano, mi lascio tentare per tastare ancora una volta “il polso” dell’opinione pubblica del mondo in cui vivo.

Qualche giorno fa sono stato particolarmente colpito dalla causa tra marito e moglie a causa della figlia. La ragazza di 25 anni, laureata, trova lavoro da segretaria presso un’azienda, il suo principale settantenne, pluridivorziato, s’invaghisce dell’avvenente segretaria, ne fa la sua amante e la promuove ad una mansione notevole con stipendio di cinquemila euro al mese. Il padre, dai princìpi ferrei, scopre la tresca e di fronte ad una plateale sfida della figlia che sbatte in faccia al padre una busta paga che lui, a fine carriera, neanche se la può sognare, le chiude la porta di casa. La madre, invece, protegge il successo lavorativo e sentimentale della figlia.

Ho aspettato con estrema curiosità ed apprensione il giudizio della giuria e, con mio grande stupore ed amarezza, ho appreso che la giuria, con ampia maggioranza, ha dato ragione alla madre, oca giuliva.

Mentre chiudevo il televisore, ho pensato che possibilità può riscuotere la mia proposta di amore pulito, sano, responsabile a fronte di quello zoppo, interessato, irresponsabile presentato in maniera certamente più brillante di quanto io riesca a fare? Poi, con amarezza, ho concluso che anch’io, pagando il canone della televisione pubblica, ho contribuito a proporre questa squallida visione dell’amore!

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