La “guerra degli spazi”

Qualche giorno fa sono sceso, come faccio ogni giorno, nell’interrato del don Vecchi per gratificare i cento volontari che impegnano il pomeriggio a servizio della gente che ha bisogno di vestiti, coperte e mobili per gli appartamenti che faticosamente riescono ad affittare.

La visita non ha il solo scopo di far sentire a chi serve con umiltà e generosità la povera gente che il capo conosce ed approva, ma anche per fare da interposizione tra i contendenti nella “guerra degli spazi”.

Ogni gruppo rivendica, costantemente con passione, il bisogno di più spazio per svolgere al meglio il proprio servizio, perciò come presidente della fondazione e dell’associazione di volontariato sono chiamato a fare da paciere e da controllore perché non si invadano i territori altrui.

Proprio in una delle ultime mie visite notai come certi spazi siano quasi sprecati perché costituiti da sgabuzzini angusti. Mentre mi stavo chiedendo come mai l’interrato è stato strutturato in quel modo, mi venne in mente che l’artefice sono stato proprio io, perché avevo lungamente sognato di fare di quella parte di interrato una trentina di stanze per lavoratori extracomunitari.

Il progetto andò a vuoto perché, l’assessore Zordan, nonostante tutta la buona volontà, stante le leggi vigenti, non poteva darmi questo permesso. Da questo fallimento nacque il progetto alternativo dell’ostello San Benedetto di Campalto.

Quanto ringraziai il Signore per avermi impedito, tramite la burocrazia del Comune, di realizzare l’incauta soluzione sognata! Ora capisco che avrei costruito una polveriera sotto gli alloggi del don Vecchi e il Signore, più cauto e lungimirante del suo vecchio e sprovveduto ministro, pensò bene di impedirmelo.

Prima di tornare al piano nobile, non solo ho ringraziato il buon Dio di avermi messo i pali tra le ruote, ma ho pure fatto il proposito di fidarmi di più e sempre della Provvidenza, che talvolta si avvale perfino della burocrazia, per impedire la sventatezza di qualcuno dei suoi ministri meno avveduti e prudenti.

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