La mia vecchia parrocchia volta pagina. Ogni comunità cristiana ha degli obiettivi ben fissati e la tradizione religiosa da secoli ha approntato soluzioni, iniziative e metodi pastorali, ma resta il fatto che ogni parroco porta le proprie peculiarità, si muove con uno stile personale, fa le sue scelte prioritarie.
Anche a Carpenedo, col cambio appena avvenuto del parroco, si è voltata pagina e la parrocchia, partendo dall’esistente, si proietta verso il domani.
Il rimpianto della comunità da cui arriva il nuovo parroco e le realizzazioni compiute, a tutti i livelli, fanno ben sperare. Da un colloquio iniziale con don Gianni ho avvertito una sintonia di intenti e di obiettivi; ci siamo trovati d’accordo, a livello ideale, sul fatto che l’impegno pastorale deve abbracciare tutto l’uomo, dato che la parrocchia non può ridursi solamente ad una comunità di credenti, ma deve tentare di essere una comunità umana fatta da gente che cammina assieme.
Secondo: pare che con don Gianni la parrocchia si “riappropri” del “don Vecchi”, così che questa istituzione non viva più come un’orfana, ma riabbia la madre che l’ha messa al mondo!
Terzo: il nuovo parroco pare d’accordo che le coordinate per la parrocchia siano la fede e la solidarietà come elementi inscindibili.
Non sarò certo io a dettare gli indirizzi al nuovo parroco di Carpenedo, ma il fatto di condividere con un giovane prete gli obiettivi pastorali, mi fa particolarmente felice e mi sprona ad una collaborazione e ad una disponibilità completa. Credo che alla parrocchia, che è stata anche definita “la famiglia delle famiglie” possa essere utile anche la figura di un vecchio nonno che, pur discreto e in disparte, possa offrire un consiglio, possa confortare ed aiutare chi è al timone e porta sulle sue spalle la grave e pesante responsabilità di guidare verso la Terra Promessa una porzione del popolo del Signore.
Questa prospettiva mi alletta e mi fa sognare una nuova avventura.