Foglietti, statistiche e ricordi

Ho eliminato la gran parte di carte che riempivano gli scaffali della mia grande canonica che la mia perpetua non si è mai rassegnata ad accettarla come la casa di tutti senza chiavi e senza orari, tanto che un giorno sbottò in una frase da potersi accostare a quella di Pietro Micca: “Maramaldo, tu uccidi un uomo morto”

Rita sentenziò in maniera un po’ meno epica: “Questa non è una casa ma un municipio!”.

Sono sempre stato grato, alla mia governante, perché era la riprova che tutto sommato qualcosa di quanto andavo sognando si stava realizzando.

Tornando a noi, ogni tanto trovo ancora in qualche contenitore, le cui carte non avevo selezionato al momento dell’uscita dalla parrocchia, qualche carta che mi fa riandare ai drammi, alle imprese o ai sogni di un tempo.

Qualche giorno fa ho trovato una pagina di un quaderno a quadretti in cui il dottor Mario Carraro aveva annotato i risultati del sondaggio che il Patriarca aveva disposto in tutte le parrocchie 5-6 anni fa.

Prima di buttare la carta nel cestino, lo girata e rigirata tra le mani come una preziosa reliquia, tanto che mi sento spinto a trasferirne i contenuti su qualcosa che non è tanto meno fragile del foglietto.

Ecco il contenuto: nella parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio con le due messe vespertine si celebravano 10 messe ogni domenica.

Ed ecco i dati: 5167 parrocchiani i praticanti erano 2182 così ripartiti: messa vespertina al don Vecchi n. 107 – nella chiesa parrocchiale n. 134 – alla domenica ore 8 n. 67 – ore 9 n. 410 – ore 10 n. 339 – ore 11 n. 300 – ore 12 n. 340 – ore 18 n. 211 – ore 19 n. 127 – in monastero n. 36 – in cimitero n. 111.

Io spero che attualmente con un parroco giovane e con più aiuti di sacerdoti, diaconi ed accoliti la situazione sia ancora migliore, ma solo Dio lo sa quanta fatica, quanto sacrificio e quanta ricerca appassionata di soluzioni pastorali per superare questo 40% di praticanti.

Certo io non mi sono rassegnato di ridurre la parrocchia ai vicini, ma ho sempre cercato la pecorella perduta

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