Mi pare sia di una giovane scrittrice triestina il volume che porta un titolo che mi affascina: “Va dove ti porta il cuore”. Mi pare che in questo messaggio ci sia il profumo di un altro splendido pensiero di Sant’Agostino: “Ama e fa quello che vuoi”.
In questi messaggi c’è una componente comune: il coraggio, la radicalità delle scelte, la determinazione ed una magnifica follia.
Ho letto una volta una bellissima preghiera che aveva per titolo: “Signore mandaci dei preti folli!” e tutto il contenuto della preghiera ruotava attorno al concetto di rifiuto della prudenza da ragioniere, d’impiegato d’azienda, di persona che tende a calcolare tutti i rischi, le ragioni che si oppongono all’avventura e ad un’impresa cristiana che non tiene conto eccessivamente dei propri limiti umani per esaltare invece l’aiuto di Dio.
S. Paolo se avesse messo in conto tutti i rischi che avrebbe incontrato sulla sua scelta di portare il Vangelo ai gentili, si sarebbe appoggiato al potere costituito e sulla soluzione che gli avrebbe garantito meno rischi e più risultati. Lui invece scelse l’atto di fede “Nos stulti proter Cristo!” “Non vogliamo per scelta essere folli sulla fiducia in Cristo!”
Le scelte cristiane presuppongono sempre la fede, non però una fede da contabile, ma una fede assoluta che fa il salto fidandosi interamente sulla parola di Gesù.
Trilussa, il poeta romano che scrisse le sue belle e indovinate poesie in vernacolo romanesco, sentenziò: “La fede è bella però senza i ma, i chissà e i perché”
La fede ha una logica che sorpassa con un gran salto la grammatica e la sintassi dei furbi. Oggi nella chiesa e soprattutto nel clero temo sia venuta meno questa santa follia.
Senza questa follia avremo impresette artigiane, botteghe languenti, ma certamente ne testimoni ne apostoli e meno che meno profeti!.