I giornali insistono nel ripetere che la crisi crea milioni di nuovi poveri, che la gente non arriva alla fine del mese, che non è ancora passato il tornado della speculazione finanziaria, che l’industria non decolla, che tante imprese chiudono, che ora anche i cittadini che un tempo vivevano in maniera modesta, ma autonoma, sono costretti a ricorrere alle mense popolari.
Altri articoli forniscono a getto continuo statistiche su statistiche che dimostrano il deprezzamento della moneta, la perdita del valore d’acquisto delle paghe degli operai e degli impiegati, ma soprattutto dei pensionati.
Tutto vero, anche al “don Vecchi”, se mi capita di parlare di pensioni, c’è un immediato riscontro delle difficoltà per la modestia delle stesse. Però gli stessi giornali, giorno dopo giorno, ci forniscono il numero dei milioni di automobilisti che si mettono in strada per le vacanze, mostrano spiagge talmente sovraffollate da farti venire un sentimento di compassione per i “condannati” al mare o per chi deve affrontare i lavori forzati per raggiungere la sospirata meta per la villeggiatura.
Anche al “don Vecchi”, nonostante che per statuto tentiamo di accogliere i più poveri, mi accorgo che alla chetichella, senza quasi darlo a vedere, con le soluzioni più disparate, i residenti sono scomparsi per ritornare dopo qualche settimana tutti abbronzati.
Una volta ancora ho avuto l’impressione che i mass-media “impongano” le ferie a qualunque costo. Questo passi pure, può far parte della fragilità umana, ma il fatto che le parrocchie abbiano smesso ogni attività, ridotto in maniera vistosa il numero delle messe, sospendano le pur modeste pubblicazioni dei settimanali, aprano le chiese tardi e chiudano presto, mi dà l’impressione che “il virus” delle vacanze abbia la meglio anche in questo settore.
Quello poi che mi stupisce ancora di più, è che non si avverta una sola voce, in alto ed in basso, che inviti alla sobrietà, al risparmio e a non sprecare, a godere delle cose semplici, della vita in famiglia, di accontentarsi di quello che ci si può permettere. Mi pare che oggi taccia perfino la voce solitaria “che grida nel deserto”.
Per me è preoccupante che siano venuti a mancare anche i profeti, seppur inascoltati. Per quel che mi riguarda, anche se sono vecchio, con compiti ben modesti, per coerenza alle difficoltà del momento e soprattutto ai dettami evangelici della solidarietà verso gli ultimi, non solo me ne sono stato a casa durante l’estate, ma ho persino la presunzione di essere più contento ed avvantaggiato da ogni punto di vista rispetto a chi è andato in ferie ad ogni costo.