Una nuvola

Leggo sempre con curiosità ed attenzione i periodici delle parrocchie della nostra città. Confesso che io sono esigente e mi aspetterei di più e di meglio, mentre invece molto spesso ho di che rattristarmi.

Al di fuori di cinque o sei “Foglietti parrocchiali” nei quali s’avverte un qualche impegno per curare la forma e i contenuti, per il resto avverto una vera desolazione per la sciatteria nell’impostazione grafica e per il deludente squallore del messaggio e delle riflessioni contenute.

Seguo però con particolare interesse il foglio “Proposta” della parrocchia di San Giorgio di Chirignago nella quale è parroco il mio fratello minore don Roberto.

A don Roberto non mi lega solamente il fatto che è mio fratello più piccolo, ma anche perché nutro una stima grande per la sua opera pastorale intelligente, generosa ed incisiva.

Sono convinto che la sua parrocchia sia una delle migliori del Patriarcato, per il vasto vivaio giovanile, per la partecipazione alla liturgia e per la vivacità pastorale. Don Roberto parla bene e scrive meglio, ha un preriodale vivace, immediato, fresco e scorrevole, credo che lui sia contento del suo foglio “Proposta”, mentre io penso che con le doti che possiede, potrebbe essere anche migliore, comunque è un foglio in cui si avverte un dialogo aperto con la sua comunità e da cui traspare l’intensità delle iniziative pastorali.

In un numero di qualche tempo fa ho però letto un editoriale in cui si avvertiva la sua stanchezza, il suo logorio per un’attività frenetica e soprattutto la sua solitudine ideale, motivo per cui faceva trasparire quasi il desiderio di un trasferimento perché deluso dalla sua gente che a suo parere da per scontato la sua fatica e pretende sempre di più.

E’ un luogo comune che tutti diano per scontato la generosità a cui qualcuno particolarmente convinto ed impegnato, abitua la sua gente, mentre tutto ha un prezzo e talvolta salato.

Spero che quella di mio fratello sia solo una nuvola da stanchezza però da un lato è doveroso che è ben difficile rispondere alle attese al bisogno o ai “grilli” di una decina di migliaia di abitanti, e dall’altro lato sarebbe necessario che il vescovo (che ora non so perché non lo mandino) fosse più paternamente vicino e partecipe alle difficoltà dei suoi preti; cosa che avviene di rado!

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