Non so fino a quando la televisione e la stampa continueranno ad incrementare la morbosità degli italiani con la triste e squallida vicenda di quel caporale che ha tradito e probabilmente assassinato la moglie, ha disonorato l’esercito e che sta rendendo ridicola la magistratura.
Tutti affermano che per diventare magistrato si deve studiare molto ed essere molto intelligenti, infatti la carriera forense è molto ambita per il prestigio e, temo, anche per la paga cospicua.
Questa campagna di stampa, anche se incrementa l’audience delle televisioni e la tiratura dei giornali, di certo erode ulteriormente la pubblica moralità, la sacralità della famiglia, la parola data, il senso dell’onore, la bellezza dell’amore, tutti valori che sono già fin troppo scossi ed intaccati.
Credo che anche se l’ultimo degli italiani fosse invitato ad indossare la toga e a sedersi in tribunale, sentenzierebbe la colpevolezza di quel bellimbusto, senza far perdere tanto tempo, spendere un’enormità di denaro e provocare un ulteriore danno alla pubblica moralità. Purtroppo anche lo Stato ha i suoi riti, spesso inutili e costosi e perciò continuerà ad osservarli anche se risultano platealmente superflui.
In occasione di questa triste e, ripeto, squallida vicenda, la televisione che ha un insaziabile bisogno di immagini sempre nuove, per illustrare le scappatelle coniugali del marito infedele e presumibilmente omicida, ci ha fornito più volte delle carrellate inerenti al “lavoro” di quel caporalmaggiore. Più volte mi è capitato di vedere delle giovani e belle ragazze, infagottate nelle tute mimetiche, marciare pestando i piedi, emettendo grida guerriere, o pancia a terra con i fucili spianati.
Io sono orgoglioso del nostro tempo che sta rivalutando la dignità e i ruoli della donna, ma mi sento avvilito per come essa stia rinnegando e soffocando la sua femminilità, la grazia, la leggiadria del suo corpo e del suo spirito.
Non mi si dica passatista se quello del mestiere di soldato lo ritengo un abbrutimento della donna piuttosto che una emancipazione. Anche però se me lo dite io non posso cambiare opinione e tacere. Povere donne! Che si preparano a uccidere piuttosto che a donare la vita, che si abbrutiscono piuttosto che ingentilire maggiormente il loro tratto e il loro cuore!
Già mi ripugna il pensiero di un uomo che uccida un altro uomo senza motivi. Mi basti andare al romanzo di Remarque “Nulla di nuovo sul fronte occidentale”, e ricordare l’episodio di quel soldato che salta dentro una buca, vi trova un altro soldato “nemico” e pensa in un attimo “Se non lo uccido io, lui uccide me!” e lo colpisce perciò con la baionetta ferendolo mortalmente, costretto poi a rimanere con lui rantolante per ore; gli toglie il portafoglio e vede la foto della moglie e dei figli che attendono il papà e il marito che lui ha ucciso senza mai averlo conosciuto! Per una donna ciò mi ripugna ancor di più.