Ci sono certi pensieri che mi ronzano attorno come quei calabroni che ti tolgono la pace col loro ronzio fastidioso e soprattutto con l’insistenza con la quale tentano di posarsi vicino a te.
Qualche tempo fa scrissi che la sfilata militare del 2 giugno, piuttosto di riempirmi d’orgoglio come italiano, e piuttosto di unirmi ai ventimila romani che hanno applaudito la costosa sfilata voluta da Napolitano, mi hanno spinto a pensare di come sarebbero stati spesi meglio quei milioni di euro se fossero stati impiegati per aumentare le pensioni dei vecchi pensionati, per incrementare l’energia rinnovabile, o per sostenere il volontariato che avrebbe centuplicato il frutto di un eventuale investimento.
Ogni giorno di più ammiro il Lussemburgo che ha venduto per ferro vecchio cannoni e carri armati, facendo un atto di fede sul buon senso dei popoli. Non mi si dica poi che popoli più grandi e più ricchi di noi investono di più sull’esercito e sugli armamenti! Perché assai spesso i più ricchi sono quasi sempre i meno saggi. La parabola del Vangelo che racconta i progetti faraonici del signorotto di campagna, sta lì a ricordare agli uomini di tutti i tempi: “Stolto, stanotte morrai!”.
Io sono profondamente convinto che il Figlio di Dio è venuto in questo mondo per insegnare non solo ai singoli, la retta via, la sapienza e il bene, ma anche ai popoli e soprattutto ai loro capi. E sono ancora più convinto che Cristo è mille volte più saggio di Berlusconi, Napolitano, Obama o Putin e quindi bisogna ascoltare più Lui che dice: “Beati i pacifici! Riponi la spada nel fodero perché chi di spada ferisce di spada perisce!”. O la Bibbia che invita a “trasformare le spade in vomeri”, invece di chi sta perpetuando il disordine, le guerre e le ingiustizie.
Io, tra l’altro, non mi intendo di finanza o di economia, né sono un fan di Bossi o della Lega, però se Tremonti afferma che si devono reperire quaranta miliardi in poco tempo per non ridurci alla miseria, credo che “i padani” abbiano ragione quando dicono di smetterla di buttar bombe sulla Libia, perché esse non producono grano ma macerie. Quando dicono di iniziare a smagrire l’esercito, a licenziare generali, colonnelli e a mandare a casa una buona parte di quei politici rissosi ed inconcludenti, di ridurre gli stipendi a calciatori, managers degli enti statali e magistrati, perché le loro necessità sono le stesse di quelle degli operai e dei pensionati e perché il mestiere di ognuno è altrettanto importante e necessario sia esso quello del capo dello Stato che dell’ultimo netturbino.
So che mi si dirà che sono un sognatore; si, spero di continuare ad esserlo perché altrimenti sarei un disperato, o un cretino.