La fiducia che in tanti mi danno è uno stimolo a continuare

Qualche giorno fa mi ha telefonato un commercialista che, a suo dire, mi conosceva bene, preannunciandomi che una sua cliente, morta da poco, s’era ricordata di me nel suo testamento.

Il mio interlocutore mi ha anche fatto il nome di questa generosa creatura che si è ricordata di questo vecchio prete ma, sia perché sono un po’ duro d’orecchio, sia perché di primo acchito non sono stato capace di inquadrare la persona di cui mi parlava, essa mi rimane a tutt’oggi sconosciuta.

Il signore della telefonata mi ha anche informato che la pratica, giustamente, dovrà fare il suo iter e che la cifra si aggira sui ventimila euro, e quando gli chiesi se il beneficiario fosse la Fondazione, mi rispose, con mio dispiacere, che invece sono io l’erede. Il mio dispiacere nasce dal fatto che lo Stato, affamato di denaro come sempre, si prenderà una buona fetta di questa eredità, mentre se fosse stata destinata alla Fondazione, che è una ONLUS, tutto l’importo sarebbe giunto a giusta destinazione.

Più volte ho detto e scritto che, vivendo io al “don Vecchi”, anche la mia modestissima pensione mi basta e che tutto quello che ricevo a qualsiasi titolo lo passo al “don Vecchi” perché venga destinato agli anziani più poveri di me. Non nascondo però che la notizia mi ha fatto piacere perché essa mi rassicura che non ci sono, nella nostra città, solamente persone che diffidano o che criticano sempre, ma ci sono pure concittadini che condividono il mio sogno di creare una città solidale nella quale ognuno collabori ad aggiungere il suo piccolo tassello per vivere una vita più fraterna.

Talvolta vengo a conoscere critiche malevole e preconcette, ma più spesso mi giungono attestazioni di fiducia e di affetto. Ringrazio sempre il Signore perché i miei concittadini sono fin troppo buoni nei miei riguardi dimostrandomi tanto di frequente una fiducia ed un affetto che talvolta mi fanno perfino arrossire, perché sono cosciente che potrei e dovrei fare di più e di meglio perché, credenti o meno, anche in questo nostro tempo c’è bisogno di incontrare sacerdoti che si schierino con i più poveri e, soprattutto, escano allo scoperto, diano testimonianza tentando di giocarsi interamente sul valore della fraternità.

Queste attenzioni che, fortunatamente, non sono infrequenti, mi giungono come uno stimolo ed un invito ad un servizio sempre vigoroso e appassionato a favore dei fratelli.

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