Quale guida per l’uomo di oggi?

Qualche settimana fa, precisamente la quarta domenica dopo Pasqua, la Chiesa m’ha fatto leggere ai miei fedeli della “Madonna della Consolazione”, una pagina del Vangelo di Giovanni. Gesù in quella pagina, rifacendosi alla condizione ambientale in cui vivevano i suoi ascoltatori, ha adoperato una immagine tratta dalla pastorizia.

La vita degli ebrei del tempo di Cristo aveva come supporto economico l’agricoltura e la pastorizia e perciò Cristo disse che se una persona voleva accettare la proposta che Lui faceva, doveva seguirlo con la fiducia e la docilità con le quali le pecore di uno dei tanti greggi che pascolavano sulle sponde del Giordano seguivano il pastore.

Nella mia infanzia, nella piccola parrocchia di campagna in cui vivevo, il parroco trovava comodo affermare che i fedeli dovevano seguire gli insegnamenti del loro parroco come le pecore di qualsiasi gregge seguivano il loro pastore. Era un buon parroco, ma mi pareva eccessivo dovergli affidare la mia vita. Evidentemente oggi questo discorso mi sembra terribilmente riduttivo e poveri mi sembrano questo paragone e questa lettura semplicistica del testo sacro.

Allora nel mio sermone ho tentato di affermare che anche l’uomo moderno non riesce, anche se lo vuole e si illude di poterlo fare, ad essere totalmente autonomo; è troppo fragile ed indifeso per impostare e risolvere i complessi problemi della vita basandosi solamente sulle sue forze e sulla sua intelligenza e perciò, lo voglia o no, fatalmente deve rifarsi ad una guida che abbia più risorse di lui; sarebbe già un punto positivo se una persona fosse cosciente di questa necessità e poi facesse la sua scelta lucida tra i tanti “maestri” che oggi si offrono più o meno scopertamente, come guide, sia a livello sociale che a quello esistenziale.

A questo punto ho tentato con tutte le mie risorse razionali di evidenziare quanto siano limitati i leaders di oggi e soprattutto quelli che abbiamo conosciuto nell’ultimo mezzo secolo. Nonostante la prosopopea e la supponenza con cui si sono presentati alla ribalta della storia, sono tutti falliti miseramente, siano essi stati filosofi, politici, sociologi. Gli ultimi di questi capi “carismatici” dell’Africa settentrionale stanno crollando miseramente ad uno ad uno in questi giorni.

Conclusi affermando ancora una volta che l’umile e indifeso Gesù di Nazareth rimane l’unico maestro che fa ancora una proposta comprensibile e valida per la vita; quindi feci mie le parole di Pietro: “Signore da chi andremo se soltanto tu hai parole di vita eterna?”, parole ben diverse da quelle fatue o arroganti, saccenti o illusorie dei leaders del nostro tempo.

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