Ci sono certi eventi che producono nella mia sensibilità umana un impatto così forte da non essere capace di smaltirlo in poco tempo, anche perché ritengo doveroso tenermi nel cuore questa benefica sofferenza.
Ricordo di aver sentito di una certa querelle sorta tra gli alti ranghi del nostro Paese per il fatto che il presidente Napolitano insisteva con decisione per uno stanziamento consistente per celebrare i 150 anni dell’unità d’Italia – e la sfilata delle forze armate fu certamente un elemento clou di questa celebrazione.
Il presidente Napolitano è arrivato un po’ tardi all’amor di Patria perché nel suo passato le sue simpatie erano rivolte altrove, ma ora pare convinto quanto mai perché l’ho visto impettito e commosso di fronte al grande spettacolo di cinquemila soldati, ben vestiti e ben addestrati, alla sfilata (e d’altronde di tempo ne avevano a iosa per prepararsi a questa esibizione).
Io non sono estremamente esperto di conti, ma se comincio a pensare alle paghe da versare a cinquemila uomini, paghe che vanno da quella dell’ultimo volontario arruolato al Capo di Stato Maggiore dell’esercito, ai costi per i carri armati, i camion, i missili, i fucili e quant’altro, la mia mente si annebbia.
Mentre i miei occhi osservavano lo scorrere veloce dei vari corpi in armi, con le loro divise impeccabili e il portamento marziale, il mio animo andò alla proposta ingenua, ma sapiente, di Raoul Follereau, l’apostolo dei lebbrosi, che una quarantina di anni fa scrisse al presidente degli Stati Uniti e della Russia, dicendo loro: “Datemi ciascuno l’equivalente del costo di un cacciabombardiere ed io risolverò con quel denaro il problema dei milioni di lebbrosi nel mondo”. Non credo che abbia avuto risposta, era una proposta troppo saggia perché dei capi di Stato lo potessero prendere in considerazione.
Mentre io guardavo con curiosità la marcia dei vari corpi del nostro esercito, mi sono chiesto: “Se io scrivessi a Napolitano proponendogli: `Presidente, mi dia il costo della sfilata del 2 giugno, il costo delle paghe dei cinquemila uomini che hanno marciato e delle armi che orgogliosamente hanno mostrato ai ventimila romani che sono andati ad applaudirli, io le garantisco di costruirle tanti “don Vecchi” da accogliere tutti gli anziani poveri che vivono almeno da Napoli a Bologna!'”
Non ho però scritto a Napolitano perché penso che la proposta sia troppo valida perché possa essere presa in considerazione dal capo della burocrazia d’Italia!