Riuscire a cogliere il vero dono della vita

Qualcuno dei miei vecchi parrocchiani talvolta si ricorda del prete che per quasi mezzo secolo ha guidato la loro comunità e mi chiede di presenziare a qualche momento particolare che ricorda il loro passato. La cosa diventa di anno in anno sempre più rara, però avviene ancora.

Qualche settimana fa due miei odierni collaboratori, che sono stati pure parrocchiani di un tempo, m’hanno chiesto di celebrare le loro nozze d’oro. M’è sempre piaciuto celebrare i matrimoni, perché non c’è avvenimento o “miracolo” più bello che il vedere avanti a sé due giovani che si giurano amore per la vita e che partono per la loro avventura che sognano bella e felice.

La celebrazione delle nozze d’argento e, meglio ancora, quelle d’oro, è ancor più bella perché non si tratta di celebrare una speranza, ma una felice realtà. Chi fallisce nell’amore non viene di certo in chiesa per le nozze d’argento o d’oro.

Nel breve sermone mi rifeci allo schema ormai consolidato da molti anni di ministero, se mai adoperando qualche variante per il caso specifico. In quest’ultima occasione, temendo che la gente col passare del tempo pensi alla vita come ad una realtà del tutto scontata e che soprattutto non possa offrire con la maturità alcunché di interessante, raccontai loro una storiella proveniente dalla cultura dell’estremo oriente, storiella che fa bene pure a me:

“Un pescatore va a pescare sul Gange. Si siede sulla riva, lancia lontano la lenza ed aspetta paziente che il pesce abbocchi, facendo traballare il sughero. Purtroppo sembra che fosse la giornata no, il sughero rimaneva terribilmente immobile. Passa il tempo, il pescatore annoiato mette la mano per terra, trova un sassolino e lo butta in acqua, incuriosito dai centri concentrici che si formano con l’impatto del sasso con l’acqua e che poi si dissolvono leggermente. Per ammazzare il tempo continua nel suo giochetto innocente. Ma buttando l’ultimo sassolino si accorge di un certo brillio e, con sorpresa, vede che si tratta di una pietra preziosa. Da vero incosciente ha buttato via un tesoro!”

La morale venne perfino troppo facile, ma comunque vera: spesso buttiamo via giornate, occasioni, momenti veramente preziosi, non accorgendoci che mentre andiamo inseguendo la fata morgana della felicità perdiamo occasioni concrete per cogliere il vero dono della vita che è nascosto nell’apparente banalità dello scorrere dei giorni e degli anni della nostra esistenza. Questo capita non solamente per gli sposi attempati, ma per qualsiasi categoria di uomini e donne di ogni età.

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