Noi scommettiamo sul Centro Don Vecchi 5!

Gli amministratori pubblici, responsabili e seri, sono consapevoli d’avere delle grosse gatte da pelare altri però a motivo di populismo, spendono in maniera dissennata, tanto si troverà a sbrogliare la matassa chi verrà eletto alle elezioni successive.

Le persone responsabili, affrontano con onestà i problemi drammatici della nostra società. L’aumento consistente dell’età, la diminuzione della popolazione giovanile che contribuisce fiscalmente al costo degli anziani in pensione e il costo, vero o gonfiato, delle rette per gli anziani non autosufficienti, ha posto l’assessore alla sicurezza sociale della Regione, dottor Remo Sernagiotto, di fronte al dramma di come affrontare una spesa che sta aumentando in maniera vorticosa, e date le proiezioni sul numero di anziani per cui si dovrà provvedere nei prossimi anni, gli ha posto il problema, veramente drammatico, di trovare una soluzione.

Questo assessore, che non proviene dalla politica, ma dall’impresa, ed è perciò un uomo con i piedi per terra, vedendo la signorilità dell’ambiente ed esaminando i costi che al “don Vecchi” sono abissalmente inferiori a quelli che sono praticati dalle case di riposo, certamente ha pensato che sia possibile trovare una soluzione intermedia, meno onerosa e più dignitosa di quelle attuali.

Da questi ragionamenti è nata l’idea di una struttura che si muova sulla dottrina economica e sociale del “don Vecchi”, ma che possa far vivere più a lungo l’anziano in un luogo in cui possa continuare a gestire la sua vita da protagonista, fruendo di qualche aiuto maggiore.

Per impostare un progetto che risponda a queste urgenze, abbiamo pensato assieme al prototipo di un anziano, aiutato da una sorella più giovane o da una nuora generosa, o semplicemente da una “serva” vecchio stampo. La Regione ci aiuterà a dare un compenso all’assistente famigliare, per tutto il resto ci si avvarrà della rete dei servizi sanitari già posti in atto dalla uls.

Questa è la scommessa di Sernagiotto e del “don Vecchi”. Io sono sicuro che vinceremo la scommessa, nonostante che i direttori delle case di riposo per non autosufficienti, i sindacati si stiano stracciando le vesti e prevedano fosche prospettive. Sono disposto a scommettere uno a dieci che il 95% degli anziani che risiederanno nel progetto pilota del “don Vecchi” 5, vivranno e moriranno in un ambiente signorile, alla portata anche di chi gode la pensione minima, amati e riveriti e serviti per quanto è loro necessario, fino all’ultimo respiro. Chi vuole scommettere si faccia avanti!

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