Cristo ci insegna a partire dal bisogno della gente: si dovrebbe fare sempre!

“I miei sentieri non sono i vostri sentieri”, la Bibbia fa dire a nostro Signore.

Spessissimo, se non sempre, la cultura corrente non s’accorda col pensiero del Signore, anzi spesso è antitetica. Il guaio però è che i giudizi dell’opinione pubblica appaiono sempre vincenti perché più suadenti. I fiori del male son belli, smaglianti, piacciono!

Ricordo don Franco De Pieri, il prete mestrino che si occupa dei drogati. Un giorno, parlando ai genitori, affermava con convinzione: «Ricordatevi che la droga non è qualcosa di nauseabondo o ributtante come l’olio di ricino, la droga piace. Per questo motivo è difficile, per noi poveri uomini, accettare tranquillamente e con entusiasmo le soluzioni che Cristo propone ed è ancora più difficile per noi poveri preti convincere che Gesù ha ragione, anche se propone soluzioni che impegnano.

Pensavo a queste cose, qualche giorno fa, dopo aver letto al mio piccolo gregge che si raduna ogni giorno nella chiesa del cimitero, l’episodio della moltiplicazione dei pani, episodio che, tutto sommato, concretizza questa contrapposizione. Ad intorbidare le cose poi s’aggiungeva che a sostenere la tesi, secondo Dio perdenti, erano uomini di Chiesa e non di poco conto, perché erano gli stessi apostoli di Cristo.

Dicono a Cristo: «Manda a casa questa moltitudine di gente perché ha fame». Gesù ribatte: «Provvedete voi!» Immediatamente fa capolino la mentalità ragionieristica: «Ci vorrebbero fondi che non abbiamo; si, c’è qui un ragazzino che ci mette a disposizione la merenda che la sua mamma gli ha preparato, ma questo è qualcosa di insignificante.»

Gesù ordina: «Fateli sedere; si rivolge a Dio e poi fa distribuire il pane e il pesce che non solo bastano, ma sopravanzano.

Ecco lo scontro delle tesi: la ragioneria umana e il sindacato discutono su come distribuire equamente una ricchezza che non c’è, ossia partono da quello che hanno, mentre Cristo parte dal bisogno della gente e insegna che in ogni modo è doveroso provvedere. Partendo da questa premessa accetta anche l’insignificante apporto del ragazzo, si rivolge a Dio, dà il necessario e recupera il rimasto.

Credo che il testo della moltiplicazione dei pani dovrebbe essere adottato alla Bocconi e in tutte le facoltà di economia e commercio come testo ufficiale.

L’impegno deve tener conto soprattutto del bisogno e non del conteggio ufficiale della cassa. Umilmente credo che, se partendo per l’avventura dei Centri “don Vecchi” avessi contato i soldi che avevo in tasca e non avessi invece preso coscienza delle necessità dei nostri anziani, non avrei messo neppure la prima pietra. La logica di Dio è sempre quella vincente, anche se rifiutata dai più grandi economisti del nostro mondo.

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