Il Vangelo non cambia, le parole con cui esprimerlo sì

Può darsi che in qualche altra occasione abbia raccontato una mia esperienza di tempi ormai molto lontani. A noi vecchi capita spesso di dimenticare e di ripeterci. Questo non da oggi, se già a Roma circolava la massima che “gli anziani hanno diritto di dimenticarsi”. Confesso che io mi avvalgo molto di frequente di questo diritto.

Ebbene, ero agli inizi del mio sacerdozio e preparare il sermone della domenica era veramente un’impresa. Cominciavo dal lunedì a pensarci, per arrivare fino al sabato per avere qualche idea un po’ organica e seria da offrire ai partecipanti all’Eucaristia della festa. Mi riconosco almeno un merito fra tanti difetti: è di aver fatto sempre le cose seriamente e di non essermi presentato in chiesa senza aver chiarito, dentro di me, la riflessione in merito al brano del Vangelo che la chiesa intendeva offrire all’attenzione dei fedeli. Ogni domenica però la predica era ben sudata.

A quel tempo era mio parroco mons. Aldo Da Villa, un cumulo di prete, anticipatore della sagoma di don Camillo, uomo intelligente, navigato e con una lunga esperienza. Quando prendeva la parola, veramente incantava l’assemblea; sembrava che prendesse per il bavero la gente e la mettesse con le spalle al muro. Era veramente un bravissimo oratore.

Mi capitò di dirgli un giorno: «Monsignore, lei sa quanto ho faticato io questa domenica per la mia predichetta; ho tirato fuori con tanta fatica quanto avevo di meglio nell’animo mio, ma il prossimo anno che cosa potrò mai dire di nuovo, se già quest’anno ho dato fondo a tutte le mie “riserve”?» Ricordo la risposta sicura e rassicurante: «La Parola di Dio è sempre viva e nuova, il prossimo anno avrai, per la stessa pagina del Vangelo, argomenti più abbondanti ed interessanti di quelli di quest’anno».

In verità è sempre stato così. A mezzo secolo di distanza le stesse pagine di Vangelo mi sembrano più interessanti ed attuali, tanto che mi aprono dei varchi verso la verità veramente nuovi e splendidi. Mai come ora trovo il Vangelo così innovativo e all’avanguardia su tutte le problematiche della vita. M’è rimasto però – e non è poco – il dramma di non riuscire a tradurre come vorrei quello che il mio spirito scorge di straordinario nella parola di Dio. Non mi sono ancora rassegnato, ma credo che lo dovrò fare.

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