“L’incontro”, pur stampato in quasi cinquemila copie settimanali, pare non abbia ancora un bacino di utenza così vasto da suscitare reazioni che spingano a mandare “lettere al direttore” di consenso o di dissenso, come avviene per i periodici di tiratura nazionale. Può anche darsi che le argomentazioni e le opinioni del periodico non siano così consistenti da pungolare “amici” e “nemici” a reagire con critiche positive o negative.
Però settimanalmente, o per iscritto o per e-mail arrivano sempre due o tre missive sulle problematiche trattate.
Io ho l’impressione di “giocare in casa” e perciò raramente credo che il periodico abbia lettori su posizioni ideali contrapposte. A me, in verità, piacerebbe tanto avere un dialogo più vivace e numeroso col pubblico perché da sempre sono convinto che il dialogo, ma pure la critica, sono un dono piuttosto che una scocciatura.
Più di una volta ho manifestato l’idea che, specie nel mondo ecclesiale, i superiori in gerarchia sono privati del “dono della critica”, per cui arrischiano di vivere isolati e di fare discorsi che passano sopra i capelli degli uomini del nostro tempo, pericolo che arrischia di correre anche questo povero diavolo di vecchio prete come me.
Qualche settimana fa un concittadino mi ha scritto plaudendo al mio editoriale a favore di Comisso, un concittadino benemerito che ha trasformato “l’asilo notturno” in una comunità di uomini. M’ha fatto veramente piacere che un giovane professionista, il prof. Mirto Andrighetti, mi comunicasse il suo pieno consenso alla mia affermazione che oggi stanno aumentando gli uomini che si dichiarano non credenti ma che in pratica amano, servono e pregano il Signore attraverso il loro impegno sociale a favore di chi soffre ed è in difficoltà.
In verità mi sto appassionando a conoscere, dialogare e stringere rapporti costruttivi con questa “Chiesa” e con questi “uomini di fede” che, pur senza riti e senza formule, “cantano la gloria del Signore”.
Questi “nuovi fratelli di fede” mi sono ogni giorno più cari e sono sempre più edificato delle loro scelte e delle loro opere.