Io penso di avere la coscienza “a scoppio” ritardato. I grandi misteri della fede mi colpiscono come una folgore di primo impatto, quasi mi stordiscono e mi accecano e poi pian piano emergono i filoni di grazia e nello stesso tempo i problemi connessi con questi misteri.
Quest’anno, come è sempre avvenuto in passato, ho celebrato gioiosamente la Pasqua assieme alla mia splendida e meravigliosa comunità della Madonna della Consolazione, pur nella povertà della chiesa prefabbricata. C’era un tripudio di fiori, di canti corali e di profonda e calda spiritualità e fraternità.
Per la Pasqua, una volta ancora, mi sono inebriato della verità affascinante del trionfo della vita sulla morte e del bene sul male, ma nei giorni seguenti sono emersi, come sempre, problemi apparentemente incongruenti nei racconti della Resurrezione che il Vangelo ci tramanda: tutte realtà che io ho bisogno di assimilare pian piano, di ricomporre e innestare nella mia quotidianità.
Quest’anno m’hanno colpito le reazioni da parte di alcuni discepoli, molto vicini a Gesù, che di primo acchito non hanno riconosciuto il loro maestro dopo la sua morte. La Maddalena scambia il suo Gesù con un ortolano addetto al cimitero, i discepoli di Emmaus solo tardivamente e per il gesto rituale del rendimento di grazie s’accorgono che lo straniero incontrato per strada era il Nazzareno. Pietro e Giovanni non riconoscono, se non tardivamente e per la pesca sovrabbondante, che la persona sulla sponda del lago era il Redentore. Tommaso che quasi non si arrende neppure all’evidenza dei fatti!
Mi viene quindi da pensare che i testimoni del Risorto abbiano compreso con fatica che i personaggi “a loro ignoti” che hanno incontrato, avevano dentro di sé il pensiero, le parole e il cuore di Gesù, che perciò Egli era ancora vivo e presente in queste persone le quali, come disse Paolo “non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me”, avevano l’animo pieno dello Spirito di Cristo.
Se questa ipotesi fosse vera, anch’io ed anche ogni creatura, pur venti secoli dopo, possiamo incontrare, e con una certa facilità, il Signore, presente negli uomini buoni che la pensano ed agiscono come Cristo ci ha insegnato e perciò posso incontrare in essi il Risorto.
Non so se questa tesi teologica possa trovare spazio nei sacri testi, comunque a me fa molto bene incontrare “il Risorto” ad ogni angolo di strada senza dover andare a Lourdes o a Medjugorie.