Una tradizione che è opportuno mantenere!

Io sono un ammiratore di Giovannino Guareschi e sono convinto che egli sia un narratore piacevole, arguto e, tutto sommato, saggio. Le vicende umane di Guareschi, legate, sia a livello letterario che a quello esistenziale, ad un periodo ben determinato della storia irrequieta e passionale del nostro dopoguerra, non tutte sono valide e brillanti, comunque sono convinto che gli siamo debitori di qualcosa che vale la pena raccogliere.

C’è una pagina, che spesso ho citato, in cui il narratore della “bassa” fa recitare al figlioletto di Peppone una poesia di Natale. Al che il sindaco rosso mostra di indignarsi perché don Camillo gli rovinava con soluzioni reazionarie la coscienza proletaria del figlio. In realtà, fuori dagli occhi indiscreti del pubblico, Peppone porta il figlio tra i filari delle viti e lo costringe a recitare dieci volte la poesia, concludendo “anche quando il proletariato sarà al potere dovranno rimanere le poesie!”

Il giorno di san Marco mi sono ispirato a “questo santo, padre della miglior tradizione” e di buon mattino ho regalato la rosa col fiocchetto rosso a mia sorella Rachele, vedova da poco tempo, a suor Michela e suor Teresa. E poi, come faccio ogni anno, a due donne alle quali penso che nessuno faccia un complimento ed un gesto di tenerezza: alla Maria, una ultraottantenne un po’ selvaggia che piega migliaia di copie de “L’incontro” ogni settimana, e alla Lucia, la badante moldava di suor Michela.

La prima mi ha raggiunto nella sacrestia del cimitero, incapace come sempre di esternare i sentimenti più belli, confessandomi con gli occhi lucidi che nei suoi quasi novant’anni di vita soltanto un uomo le aveva donato la rosa per San Marco e questo era un prete! M’è stato facile capire che ero io e più facile ancora capire quanto felice fosse.

La seconda, una robusta moldava, lavoratrice generosa e indefessa, m’ha detto che le lacrime le sono scese grosse grosse lungo le gote.

Ho concluso che anche nella nostra società apatica, egoista e con pochi sentimenti, sarà comunque opportuno donare il bocciolo di rosa come facevano i nostri avi veneziani.

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