L’offerta del “bocolo”

Un professionista serio e devoto quest’anno ha manifestato la sua approvazione alla miscellanea di argomenti con i quali ho intessuto il mio sermone nel giorno di Pasquetta.

Quest’anno il cosiddetto “lunedì dell’Angelo” combaciava con la festa di san Marco, il giorno commemorativo della liberazione e con la tradizionale offerta del “bocolo”, argomenti che normalmente sono considerati dalla maggioranza dei fedeli non attinenti alla fede.

Addussi, come premessa al mio discorso, una tesi teologica di Romano Guardini. Questo teologo di spessore afferma che nella realtà della vita la distinzione fra sacro e profano è soltanto fittizia, perché tutto quello che attinge alla vita appartiene di sicuro al mondo del sacro.

Partendo da questo principio, dedicai un pensiero al nostro san Marco, bandiera unificante della nostra città e della gente veneta. Per passare poi alla liberazione, per sottolineare quanto questo dono sia costato a chi ha sacrificato la vita per garantircelo e quindi la necessità e il dovere di custodirlo, difenderlo e gestirlo con estremo rigore, perché quel dono è stato pagato col sangue degli uomini migliori.

Ho finito il sermone affermando che il bocciolo di rosa della tradizione veneziana è una delle tante componenti di cui si compone il comandamento dell’amore fraterno e che deve essere un segno di stima e riconoscenza per quanto le donne offrono di bello e di umano alla comunità e per esse un invito ad essere autentiche perché solo così sono un vero dono di Dio.

Alla conclusione m’è parso che l’assemblea abbia gradito il discorso e sia stata convinta che tutto quello che c’è di nobile nella vita è sempre sacro e dono del Signore.

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