Il mio minialloggio è tanto piccolo, ma anche così confortevole da avere perfino un terrazzino con la balaustra, ove suor Teresa in ogni stagione mette le piante in fiore e che si affaccia su un grande prato che si veste, in ogni stagione, di splendidi colori diversi.
Quando mi affaccio a questo terrazzino per contemplare il cielo e la terra, le piante e gli uccelli, il mio animo ritorna spesso alle parole cariche di nostalgia con cui Celentano rimpiange i prati di via Gluck. Per fortuna io ho la grazia straordinaria di non dover rimpiangere alcunché, anzi posso incantarmi e non stancarmi mai di stupirmi e di contemplare il manto con cui si veste il grande campo. Di certo né Gucci, né Stefanel, né Cristian Dior potrebbero suggerire tinte così delicate e smaglianti quanto quelle che il buon Dio fornisce gratuitamente alla terra incolta del mio grande prato, amico di ogni stagione.
Tante volte, pressato dalle richieste, ho sognato e tentato di costruirvi un’altra dimora per i miei anziani e tante volte il Signore si è servito dell’insipienza o forse della gelosia dei miei concittadini per impedirmi di destinare agli anziani poveri qualche appezzamento di terra, perché voleva che rimanesse uno splendido prato godibile da tutti.
Ora il prato è tutto coperto di piccoli fiori color oro, fiori che da bambini chiamavamo “le scarpette della Madonna”. Chagall sarebbe stato affascinato da tanto giallo-oro che riflette i raggi tiepidi del sole di primavera.
Credo che la regina di Saba non ebbe mai un vestito così bello come quello del prato oltre il terrazzo del mio soggiorno, né mai l’avrà la principessina d’Inghilterra appena sposata. L’artista divino, con una fantasia ineguagliabile, ci offre un quadro sempre nuovo che diventa ogni settimana la galleria più bella della nostra città.