L’Italia ha vinto la guerra del crocifisso!
Sono contento perché l’Europa dei forti non manca occasione per umiliarci, in forza della tenuta dell’economia della Germania, dell’Inghilterra e della Francia. Pare che nel contesto dell’Europa, sia per il poco spessore del nostro governo e sia per la fragilità della nostra economia, agli italiani sia riservato solo il compito di fornire i suoi soldati per favorire strategie militari ed economiche promosse da altri e per i loro esclusivi interessi.
La vicenda della Libia e dei profughi, che sbarcano a migliaia sulle nostre sponde, ha messo in luce questo atteggiamento di arrogante superiorità dell’Europa sulla cui solidarietà l’Italia pensava giustamente di poter contare, mentre invece i “confratelli” hanno risposto, uno dopo l’altro “picche”.
Qualche domenica fa ho seguito la trasmissione “L’arena”, condotta dal brillante giornalista Massimo Giletti, e finalmente ho avvertito un coro unanime di orgoglio per la nostra cultura e la nostra sensibilità, che nonostante tutto si rifà ai valori cristiani.
Perfino Sgarbi ha avuto un guizzo da cui è emerso il fondo cristiano che fortunatamente, magari flebile, è ancora universalmente presente nella coscienza degli italiani, pur militante sotto bandiere diverse. Ha detto Sgarbi, arrabbiato come sempre: «Noi siamo figli di quella cultura in cui vale il comandamento “ama il prossimo tuo come te stesso!”» L’Italia è povera, ha un governo in confusione, ma per fortuna è ancora ricca di cultura, d’arte, di civiltà e di umanità.
Questi ultimi avvenimenti mi hanno reso certo che anche l’Italia ha delle cose preziose da donare ai “colleghi” europei più ricchi e più forti. C’è voluta la “guerra” per il crocifisso e il dramma dei profughi per farmi prendere coscienza che posso e devo avere ancora l’orgoglio di essere italiano!