Mi rendo perfettamente conto che deve essere terribilmente difficile governare bene, con giustizia ed equità un Paese grande come l’Italia. Tanto più è grande una comunità, tanto più difficile è stabilire delle leggi sagge e farle applicare a tutti i livelli. Però ci sono talvolta degli “sgorbi” amministrativi tanto grandi che “gridano vendetta al cospetto di Dio” e ai quali non riesco proprio ad abituarmi.
Qualche giorno fa ho appreso che ognuna delle decine di migliaia di creature umane, che dall’Africa settentrionale approdano nel nostro Paese, viene a costare al nostro Stato italiano ben centottanta euro al giorno e qualche tempo fa ho pure letto che ogni carcerato ci costa ben duecentocinquanta euro al giorno! Capisco bene che gli uni e gli altri debbono essere aiutati, sfamati ed alloggiati, però se poi penso che una moltitudine di uomini e donne italiane percepiscono cinquecentottanta euro al mese – quindi 19 euro al giorno e che per gli anziani che risiedono al “don Vecchi” lo Stato, attraverso la filiera del Comune e della Regione, contribuisce con un euro e venticinque centesimi al giorno, io questo Stato non lo posso e non lo voglio proprio accettare!
Di Pietro, estremo difensore della legalità, può dire quello che vuole, ma ritengo che pur con ogni buona volontà uno Stato del genere non possa pretendere in alcun modo di essere credibile e neppure sognarsi di pretendere che i suoi poveri sudditi possano lavorare ogni anno, dal primo gennaio al 23 giugno per pagare questo modo ignominioso di amministrare i suoi cittadini!
E’ vero che i cittadini che ricevono le briciole del bilancio pubblico non sono fisiologicamente in grado di evadere le tasse ma, se lo facessero, meriterebbero “l’indulgenza plenaria” più una medaglia sul petto!