Poco tempo fa, dopo aver percorso una lunghissima via dolorosa, è morta una insegnante elementare in pensione: Irma Strassera.
Mi hanno informato dalla parrocchia di questo decesso e del desiderio dei familiari che potessi concelebrare ai funerali della loro cara.
Essendo nella possibilità di farlo, l’ho fatto tanto volentieri, perché avevo e credo di avere ancora un grosso debito nei riguardi di questa donna.
Non avendola conosciuta, don Danilo, l’attuale parroco di Carpenedo, mi sollecitò di fare una breve testimonianza. L’ho fatto molto volentieri, anche se io sono molto schivo di aggiungere parole, durante questi riti, che per la mia sensibilità, sono spesso prolissi e formali.
Sentii il dovere di premettere che per la defunta, da cui prendevamo commiato, sarebbero state adeguate solamente le parole di De Amicis o di Guareschi, letterati che ebbero il culto della loro maestra elementare, non le mie così disadorne e poco incisive.
Irma, è stata semplicemente “la maestra” colei che aveva scienza, valori e verità da passare e che ha passato ad innumerevoli generazioni di bambini, senza complessi e senza le inibizioni di certi consigli di classe che hanno riempito la scuola di saccenza, pettegolezzi e non di rado di stupidità o pseudo politica.
La maestra Strassera continuò indisturbata ad educare, fino alla pensione, ai principi civici, morali e religiosi senza paura e senza titubanze di sorta.
Sono stato felice di mettere un po’ di cornice ad una donna e ad una docente del genere, in un tempo in cui prosperano, in ogni settore della società e della chiesa, mezze tacche, funzionari e non infrequente, servi più attenti alla circolare che alla coscienza.
Sarà difficile, ma spero che ci sia ancora qualcuno capace disposto a ricevere il testimone che la maestra di Carpenedo ci ha passato.