E’ vero che se vogliamo dialogare, trovare un punto d’incontro, cercare soluzioni condivise, bisogna che scendiamo a qualche compromesso a livello di concretezza, questo però senza barare con la nostra coscienza, perdere la dignità personale per perseguire qualche vantaggio di ordine economico. Questo vale per le singole persone ma dovrebbe, anzi deve valere, anche per gli Stati.
Soltanto pochi mesi fa l’ultima visita in Italia di Gheddafi. E’ stato ricevuto con tutti gli onori con i quali solitamente si riceve il rappresentante di una nazione. Comunque c’è modo e modo nel trattare certi personaggi. Credo che tutti sapessero che quell’uomo era un despota, che non si rifaceva minimamente ai criteri della democrazia, neppure la più rozza ed elementare, nel governare i suoi sudditi.
Meglio di noi cittadini lo sapevano certamente i nostri governanti; nonostante ciò gli è stata permessa ogni stravaganza, comportamenti non solo istrionici, ma profondamente irrispettosi nei riguardi del nostro Paese e della dignità del nostro popolo.
E’ vero che l’Italia nel passato ha commesso delle colpe nei riguardi della dignità della sua gente, ha invaso la sua terra e l’ha governata nella maniera poco corretta come sempre i conquistatori usano nei riguardi dei vinti. Ma questo appartiene al passato. Se ci rifacciamo sempre alle colpe pregresse non sarebbe più finita!
I nostri capi si giustificarono nell’indicare i vantaggi economici che derivavano, sopportando tutte le stramberie e le smargiassate di quel despota. Purtroppo la ricchezza, l’economia, i vantaggi economici finiscono sempre col prevalere, costringendo così a scendere a compromessi umilianti.
Sarebbe ora che, con coraggio e forse anche con qualche sacrificio in più, ci abituassimo a vivere secondo le nostre possibilità reali, non pretendendo di condurre una vita al di sopra delle nostre possibilità.