Una bella notizia: il Veneto non taglia sulla sicurezza sociale!

Sul “Gazzettino”, che scorro molto rapidamente di primo mattino dopo le preghiere con cui apro la mia giornata, non mi capita, purtroppo, di leggere di frequente qualche buona notizia. Però, qualche giorno fa, dopo il titolo in cui si annunciava che, pur con tanta fatica, s’era finalmente approvato il bilancio preventivo della Regione, ho letto con estremo piacere, che all’assessorato alla sicurezza sociale, non solamente non s’erano apportati gli ormai consueti tagli, ma anzi s’erano stanziati sedici milioni in più dello scorso anno.

L’assessore Sernagiotto, titolare di questo assessorato, evidentemente aveva perorato con passione la “causa dei poveri”, tanto da convincere i colleghi ad aumentare il budget, nonostante i tagli causati dalla crisi ed apportati in quasi tutte le voci di spesa della Regione.

La notizia m’ha fatto tanto piacere almeno per tre motivi.

Primo: fa sempre onore che un cattolico, che si dichiara pubblicamente tale – infatti Sernagiotto è dell’U.D.C. – si batta per i poveri. Secondo: perché i servizi sociali verso le classi più povere, che subiscono pesantemente i contraccolpi della crisi, non saranno ulteriormente penalizzati, anzi avranno delle risposte, seppur leggermente, positive. Terzo: perché, in qualità di presidente della Fondazione del “don Vecchi”, credo d’avere una apertura di credito nei riguardi di questo assessore, promessa a cui non intendo per alcun motivo rinunciare.

Sernagiotto, venendo al “don Vecchi” e scoprendola felicemente come struttura assolutamente innovativa nel campo della residenzialità, mi ha pubblicamente promesso di rivedere ed emendare la rozza scheda SVAMA per variegare il tipo di assistenza all’anziano, in maniera da non confinare nelle case di riposo gli anziani che hanno ancora qualche residua autonomia e da contrastare il business delle case di riposo per non autosufficienti verso cui si sono dirette le attenzioni di certi grossi operatori economici senza troppi scrupoli e certi enti pubblici dalla gestione estremamente onerosa.

In quell’occasione ho offerto la disponibilità della Fondazione a porre in atto un progetto pilota su cui poi regolare le future norme sull’assistenza dell’anziano. Ora che mi s’è offerta un’occasione così lusinghiera di certo non mollerò la preda!

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