Provo una strana sensazione nell’impegnarmi e nel lavorare per certe realtà che quasi certamente non avrò la possibilità e il tempo di vedere realizzate. Queste sensazioni non si possono provare se non quando si è vecchi. Però confesso che provo un po’ di malinconia nell’avvertire che non vedrò i fiori e soprattutto i frutti di certe “sementi” che ora con fatica e sacrifici sto buttando nel solco della vita.
All’ingresso del “don Vecchi” ho affisso alla parete un motto da cui vado ad attingere forza e coraggio quando la malinconia mi assale pensando che non avrò tempo per vedere realizzato il progetto sognato. Il motto, scritto su piccole tessere vitree di mosaico verdi e celesti, recita coraggioso: “In spem contra spem” (nella speranza contro ogni speranza). Talvolta mi sembra di essere nei panni di Mosè, il valoroso condottiero che, tra mille vicissitudini, condusse il suo popolo verso la Terra promessa e che dovette accontentarsi di vederla di lontano, sapendo di non riuscire a mettere piede in quella terra benedetta, nei fiumi della quale scorrevano “latte e miele”!
In questi giorni ho provato più acuto di sempre questo sentimento in due occasioni tanto diverse, ma legate da un seppur breve denominatore comune. Una cara signora mi ha offerto una dozzina di virgulti di palma. Ho fatto fare un’aiola circolare nel prato del parco del “don Vecchi” e piantare queste tenere pianticelle che ora ondeggiano al vento. Guardandole mi viene da sognare un bellissimo palmeto verde, ma so che non avrò certamente tempo di vederlo.
Un secondo evento molto più importante: sto aspettando, quasi con stizza per la lentezza, che la Regione approvi il bilancio, perché solo allora avrò modo di studiare con i dirigenti dell’assessore alle politiche sociali, Sernagiotto, un progetto pilota per accogliere, da “cittadini a tutto titolo”, anziani in perdita di autonomia”. Questo progetto mi affascina perché sono convinto che offrirà dignità ed ulteriore autonomia a persone che vivono l’avanzato tramonto della loro vita. Sono però certo che davanti a me non ci sono anni sufficienti perché questo progetto utile, ma anche ambizioso ed impegnativo, possa realizzarsi; non per questo voglio starmene con le mani in mano, sono invece determinato a lottare fino alla fine perché altri possano raccoglierne i frutti.