Le mie “strategie” pastorali si sono sempre rifatte alla “dottrina” dell’attacco, piuttosto che della difesa. Ho sempre ammirato i cristiani che, consapevoli di avere un messaggio quanto mai valido, si sono impegnati “a tempo e fuori tempo”, come afferma san Paolo, per donare ai fratelli la realtà più preziosa che avevano: il Vangelo, la lettura della vita fatta da Cristo.
Come confesso che mi hanno provocato sempre un senso di miseria quei credenti che si barricano dentro le parrocchie, in atteggiamento di difesa da non so quale “nemico” e passano la vita in interminabili discussioni tra di loro sul “sesso degli angeli”.
Io sono della scuola di san Paolo, che quando si trattò di dividersi il “campo di lavoro” disse a Pietro: «Voi occupatevi pure delle `pecore’ d’Israele, mentre io mi impegno a favore dei “gentili”, termine che oggi corrisponde ai cosiddetti “lontani”. Ma prima di san Paolo, lo stesso Gesù aveva affermato in maniera esplicita: «Il medico è fatto per gli ammalati, non per i sani», «Io sono venuto non per i giusti, ma per i peccatori!»
Debbo anche aggiungere che non mi sono mai rassegnato al pensiero che chi non osserva tutte le regole canoniche sia un “perduto” per sempre. Queste persone che “soffrono l’odore delle candele” non credo proprio che li dobbiamo pensare come ex cristiani, o cristiani irrecuperabili.
Ricordo un vecchio parroco di San Pietro di Murano, che durante un’assemblea di preti in cui si discuteva di queste cose, s’alzò e affermò con forza: «Questa gente che voi considerate lontani ha ancora la “grazia santificante” ricevuta col battesimo!» In merito a questi discorsi io ogni giorno di più scelgo sempre più convinto e sempre con più decisione “l’apostolato per i gentili”. Ai cosiddetti “lontani” dedicherò le forze residue per aiutarli a sentirsi, pure loro, amati dal Signore e per aiutarli ad essere coscienti che ci sono mille altri modi, fuori da quelli canonici, per amare e servire il buon Dio». L’impegno sociale, l’autenticità, il perseguire la libertà e la verità ad ogni costo, l’amore alla giustizia e alla pace, penso che siano le “preghiere” certamente preferite dal buon Dio, che ha fatto dire a suo Figlio: «Non chi dice Signore Signore entrerà nel Regno, ma chi fa la volontà del Padre mio!».