Circa un anno fa le assistenti del Comune ci avevano chiesto di accogliere al “don Vecchi” un loro assistito, per tentare un suo inserimento sociale nella normalità della vita. Assieme avevamo concordato qualche lavoretto semplice che quest’uomo, ancor giovane, poteva fare. Egli venne con puntualità, facendo del suo meglio, a tener in ordine il cortile, svuotare i contenitori delle immondizie.
Finimmo per affezionarci reciprocamente, tanto che alla fine dei tre mesi di prova tutti fummo contenti di “assumerlo” a tempo indeterminato. Il Comune gli garantiva una paghetta mensile di un paio di centinaia di euro, noi aggiungevamo delle mancette in occasione dell’arrivo delle bollette del gas o della luce.
Carlo mangiava dai frati, ma in occasione delle ferie di agosto, quando i frati chiudono, ci disse: «Vengo da voi a mangiare!» Così ci restò anche dopo le ferie.
Nel frattempo egli cominciò a socializzare e a rendersi utile, tanto che ai nostri vecchi non parve vero di poterlo utilizzare per l’asporto delle immondizie o per qualche altro lavoretto. In compenso gli regalavano qualche euro o, peggio ancora, gli pagavano qualche “ombretta” al bar.
Questo fu l’inizio della china, ma il colpo di grazia glielo diede un nuovo arrivato, suo commensale, che portava volentieri una bottiglia di quello buono a tavola, e il nostro collaboratore non si tirava indietro. Per qualche giorno continuò a lavorare barcollando, poi una “caduta” rovinosa, seguita da una breve ripresa.
La diga della continenza però, gia segnata, crollò disastrosamente come il Vajont. Quando tornerà lo metterò a tavola con delle nonnette assolutamente astemie e gli farò fare il voto di bere solamente “sorella acqua, umile e casta”.
In occasione della “caduta” di Carlo, mi sono ricordato dell’antico e saggio monito che ho imparato settant’anni fa al catechismo e che è tuttora valido per tutti i settori della vita, nonostante il parere contrario degli psicologi o dei radicali: “Bisogna fuggire le occasioni prossime di peccato!”. Questo vale per fratello Carlo del nostro convento, ma vale pure per tutti noi!