Non è certamente una novità del nostro tempo, comunque pare che una delle preoccupazioni della gente dei nostri giorni sia quella dello star bene, anzi dello star sempre meglio. Il benessere, perseguito talvolta perfino in maniera esasperata e maniacale, è sempre relativo ad ogni fascia sociale, per cui i benestanti, che dovrebbero essere quelli meno impegnati a star bene, perché lo stanno già anche troppo, sono invece quelli più avidi di crescita economica e finiscono quindi per accaparrarsi la fetta preponderante della ricchezza presente nella società e a ridurre così la disponibilità per le classi con minor reddito.
Il problema di creare una società più giusta rimane come un obiettivo primario da perseguire con ogni mezzo, però se tutti, indipendentemente dal reddito, non cambiamo mentalità, il problema rimarrà sempre aperto ed irrisolto. Per questo motivo l’invito di Cristo alla conversione rimane l’unico modo per risolvere alla radice ogni problema, anche di ordine sociale.
La proposta cristiana non è marginale come molti sono convinti, e meno che meno è una proposta per il dopo vita, ma rimane la più saggia ed è la più efficace anche per la società attuale.
Il Manzoni che, a suo modo, è stato anche un sociologo quanto mai valido, autore di quel volume che prima di essere un romanzo di altissimo livello culturale, è un catechismo che espone, in maniera suadente ed efficace la dottrina cristiana, alla fine dei “Promessi sposi” afferma, a proposito di questa avidità insaziabile ed irrazionale: “Si dovrebbe pensare più a far bene, che a star bene, e così si finirebbe a star meglio!”
Gesù, da vero maestro, ci offre quindi una medicina apparentemente “amara”, ma che ci guarirebbe da un male subdolo ed infamante se la prendessimo più frequentemente.